Il ciclone tropicale Monica, tempesta di categoria 5, ha colpito l’estremo nord dello stato australiano dei Territori del Nord lunedì 24 aprile. Monica ha toccato terra presso Maningrida, in una regione fortunatamente quasi spopolata, con venti sostenuti a oltre 180 miglia orarie e raffiche fino a 220 miglia orarie. Notevoli i danni causati dall’impatto del ciclone. Al momento dell’impatto le immagini satellitari mostravano un fantastico ricciolo nuvoloso, intorno a un occhio perfetto, uno scenario bellissimo visto dal satellite ma mostruoso a terra per l’intensità della tempesta che si abbatteva sulla regione.
Lunedì alle 18 GMT (già notte quindi in Australia), Monica era già nell’interno, ma solo minimamente indebolito. Il ciclone era infatti accompagnato da venti sostenuti a 130 miglia orarie, con raffiche a 160 miglia orarie, quindi ancora di categoria 5. L’occhio era situato 35 miglia a ovest di Maningrida e 195 miglia a est-nordest di Darwin. Monica si muoveva verso ovest-sudovest a 9 miglia orarie. La previsione indicava per Monica un indebolimento con spostamento verso ovest-sudovest, attraverso le colline del nord dei Territori del Nord (la regione è nota come Terra di Arnhem). Per le 6 GMT di martedì 25 il ciclone era previsto declassato alla categoria 4, con l’occhio pochi chilometri a est della città di Darwin (la più grande del nord dell’Australia), ancora capace di fare gravi danni con venti distruttivi e piogge alluvionali.
Ricordiamo che Monica ha già portato, al suo primo “landfall” sulla penisola di York, nel nord del Queensland, piogge alluvionali. Un grave danno ecologico dovuto indirettamente a Monica è stata la morte di centinaia di tartarughe, che sono state portate dalle onde sulle coste del Golfo di Carpentaria, dopo essere rimaste intrappolate in reti da pesca perdute o abbandonate dai pescherecci.