Posto fra gli 11° e 15°N, nell’America Centrale, il Nicaragua, poco più di 130.000 kmq, presenta una morfologia complessa che influenza il clima non solo con l’ovvio effetto dell’altitudine. La catena montuosa che taglia tutto il paese con allineamento NW/SE (che non ha tuttavia altezza elevata, in particolare nel sud) sbarra infatti la strada, nell’inverno boreale, ai venti prevalenti da NE (alisei), ovvero dal Mar dei Caraibi, che scorrono su mari caldi per cui si arricchiscono di umidità, che scaricano in piogge quando la massa d’aria è costretta a sollevarsi, incontrando il rilievo oltre la linea di costa. Sulla costa pacifica i venti ricadono asciutti (e riscaldati) e nei mesi invernali non piove quasi mai. In gennaio si passa quindi dai 100-200 mm/mese di quasi tutta la costa caraibica e del relativo versante montuoso (ma in febbraio e marzo, con il mare un po’ più freddo, le precipitazioni diminuiscono vistosamente), ai 5-50 mm dell’altopiano, per arrivare a precipitazioni minori di 5 mm in buona parte della costa sul Pacifico.
Sul versante del Pacifico il Nicaragua ha una fascia costiera separata da una sottile striscia montuosa dai due laghi di Managua (sulle cui rive si trova anche la capitale, appunto Managua) e Nicaragua.
Le temperature al livello del mare in gennaio sono sui 27°C sulla costa pacifica e sui 25°C su quella caraibica (gli alisei di NE si riscaldano per effetto favonico scendendo dai rilievi verso il Pacifico). Queste parti pianeggianti verso i mari sono le “tierras calientes”, mentre più in alto abbiamo le “tierras templadas”, dove la vegetazione prevalente è quella della cosiddetta foresta nebulare (e in gennaio abbiamo sui 17°C a 1500 metri).
In marzo e poi in aprile un modesto ma significativo riscaldamento (aprile e maggio sono i mesi più caldi nel paese, con 2°C più che in gennaio sul Pacifico, 3°/4°C in più nel resto del paese; il periodo “caldo” si prolunga fino in giugno sulla costa caraibica, dove scendono gli alisei di SE riscaldati) interessa tutto il paese. Lo spostamento di qualche grado verso nord degli anticicloni del nord Pacifico e del nord Atlantico contemporaneamente all’analogo spostamento autunnale dei “colleghi” dell’emisfero sud, porta intanto la zona di convergenza intertropicale (ITCZ) a posizionarsi attorno ai 10°N. La convergenza tra gli alisei di SE e quelli di NE, unitamente all’elevata quantità di energia disponibile grazie alle elevate temperature (il sole è alo zenit in aprile intorno ai 10°N) è la causa dell’inizio di un periodo molto piovoso per tutto il paese. A partire da maggio la frequenza e l’intensità delle piogge, per lo più a carattere di rovesci temporaleschi, si fa notevole, con accumuli che quasi ovunque superano i 200 mm/mese, specie a ridosso dei rilievi.
Luglio e agosto segnano un lieve calo termico (1,5°/2°C in meno rispetto ai massimi primaverili sul versante pacifico, circa 1°C sul resto del paese) e una leggera diminuzione della piovosità in alcune zone del paese.
Il secondo passaggio allo zenit di fine agosto facilita una ripresa delle precipitazioni. Settembre e ottobre sono infatti mesi molto piovosi in tutto il paese, anzi quasi ovunque sono proprio i mesi più ricchi di precipitazioni. Sono questi anche i mesi in cui sono più probabili e più intense le grandi e spesso distruttive perturbazioni tropicali, che sul versante del Pacifico sono detti cordonazos, mentre si denominano uragani quelle del versante caraibico.
Intorno a metà ottobre la linea di convergenza migra a sud, gli alisei di NE guadagnano terreno sul paese, dove quindi calano le piogge sul versante pacifico, mentre restano abbondanti su quello caraibico, dove calano solo in gennaio e più vistosamente in febbraio.
Riepilogando sul versante caraibico abbiamo clima tropicale senza stagione secca, mentre l’altopiano e il versante sul Pacifico hanno clima tropicale con lunga stagione piovosa estiva. Ovunque cadono almeno 900 mm/anno di pioggia. Le zone meno piovose, con accumulo annuo spesso inferiore a 1000/1100 mm, sono le vallate interne che restano in ombra pluviometrica sia rispetto agli alisei di NE che a quelli di SE (e dove quindi il grosso delle piogge ha origine termoconvettiva nei periodi zenitali), mentre si superano i 1500 mm sul lato pacifico e i 2000 su quello caraibico.
Il clima meno piovoso delle vallate interne lo troviamo nella capitale nicaraguena Managua (12,1°N). Qui cadono 1274 mm/anno, con spiccati massimi zenitali in maggio/giugno (136 e 236 mm) e settembre/ottobre (212 e 315 mm). Piove abbastanza anche nei mesi estivi (luglio e agosto 132 e 121 mm), poco in aprile e novembre, pochissimo da dicembre a marzo (minimo 2 mm in gennaio). Temperature medie, in °C: gennaio 26,3°, aprile 28,9°, luglio 26,9°, ottobre 26,4°, anno 27,3°.
Simile il clima di Juigalpa, posta più a est, in collina, a 12,1°N. Qui si registrano 1251 mm/anno, con massimi zenitali in giugno (194 mm) e settembre/ottobre (243 e 206 mm). Piove comunque parecchio anche in maggio, luglio e agosto (tutti oltre i 100 mm), poco in aprile e novembre, quasi nulla da dicembre a marzo (minimo in febbraio, con 3 mm). Il campo termico: gennaio 25,6°, aprile 28,0°, luglio 26,0°, ottobre 25,5°, anno 26,3°.
Sulla costa del Pacifico il calo di piogge estivo, ovvero nel periodo intermedio tra i due passaggi zenitali, è smorzato dalla prevalenza in questo periodo degli alisei di SE. A Chinandega (12,6°N) la stagione secca fa da metà novembre a fine aprile, con 73 e 19 mm nei due mesi estremi del periodo e meno di 10 mm/mese negli altri (minimo 1 mm in gennaio e febbraio), mentre da maggio a ottobre piove sempre bene (il mese più asciutto del periodo è luglio con 175 mm), con picchi zenitali (giugno 356 mm, ottobre 462). Totale annuo: 1973 mm. Il riscaldamento favonico dell’aliseo di NE fa scomparire il minimo termico invernale: gennaio 26,9°, aprile 28,7°, luglio 27,0°; ottobre 26,1°, anno 26,9°.
Sul Mar dei Caraibi il profilo pluviometrico è del tutto diverso. A Puerto Cabeza (14,1°N) l’aliseo di NE porta piogge copiose da novembre a gennaio (mesi tutti oltre i 180 mm), ed ancora significative fino a metà febbraio (78 mm nel mese). A un calo vistoso delle piogge in marzo/aprile (57 mm entrambi) fa riscontro un aumento in maggio (207 mm) con successiva fase molto piovosa da giugno a ottobre, con tutti i mesi oltre i 340 mm (massimo in giugno con 422 mm). Alto il totale annuo: 3024 mm. Nelle temperature spiccano il fresco invernale più accentuato portato dall’aliseo di NE e il massimo tra maggio e giugno: gennaio 25,0°; maggio 27,7°, agosto 27,2°, ottobre 26,3°, anno 26,5°.
Il Nicaragua è un paese con immensi tesori naturali ma è stato sfortunatamente interessato da guerre e calamità quali l’uragano Mitch che uccise migliaia di persone, oltre a causare enormi danni, nel 1998. Tuttavia, il paese sta lentamente cercando di emergere dal sottosviluppo e di diventare una sorta di terra promessa. Gli spagnoli, che lo “battezzarono”, vi stabilirono i primi insediamenti nel 1522 e il paese è divenuto indipendente nel 1838.
Come detto all’inizio, il paese ha due grandi laghi, il lago Managua e il lago Nicaragua. Ma, oltre ai laghi, vi si possono ammirare alte montagne, selvagge valli, fitte giungle tropicali e foreste di mangrovie. Vi sono anche vulcani, circondati da terreni fertilissimi, e belle spiagge tropicali. Numerose piccole isole si aggiungono alla lista delle attrazioni. Sotto molti aspetti, il Nicaragua è quindi un autentico paradiso naturale. Managua è stata distrutta da terremoti nel 1931 e nuovamente nel 1972, per poi essere ulteriormente danneggiata durante la guerra civile del 1978-79. Da allora, le difficoltà economiche ne hanno resa lenta la ricostruzione. La vecchia Cattedrale è uno dei pochi edifici sopravvissuti (pur con danni notevoli) al terremoto del 1972. www.nicaragua.com è un interessante punto di partenza per una visita virtuale del paese e per reperire informazioni sullo stesso.