La prima metà dell’inverno climatico è stata caratterizzata dalla persistenza di correnti zonali particolarmente vigorose sia nella stratosfera, sia nella troposfera. Intensi “westerlies” troposferici, specialmente nel mese passato, hanno ostacolato lo sviluppo di blocchi anticiclonici e la penetrazione di disturbi meridionali nel vortice polare.
All’inizio di questo mese, però, la comparsa di un grande “blocking” sul Pacifico settentrionale, faceva presagire un imminente mutamento di registro.
Il vortice polare stratosferico ha raggiunto la massima intensità negli ultimi giorni dell’anno passato, poi ha iniziato lentamente ad indebolirsi, assumendo una conformazione sempre più ellittica, in seguito all’instaurarsi di disturbi meridiani. Questi disturbi sono destinati ad accentuarsi ulteriormente nei prossimi giorni.
La persistenza di un robusto anticiclone centrato sulle coste orientali dell’Asia e l’affermarsi di un’intensa alta pressione sull’Atlantico, in successiva migrazione verso l’Europa occidentale, determineranno un ulteriore indebolimento del VP, ancora abbastanza intenso nella bassa stratosfera, ma già piuttosto debole nell’alta stratosfera. Il rallentamento zonale avverrà principalmente nel comparto euro-atlantico e sarà accompagnato da una marcata pulsazione calda che determinerà, probabilmente, lo sviluppo di un modesto “stratwarming” dopo il 17 gennaio.
Nelle ultime due settimane, nella media e alta troposfera dell’Emisfero Nord, si è manifestata una moltiplicazione di marcate anomalie di geopotenziale.
L’anomalia positiva del Nord Pacifico si è prima intensificata notevolmente, poi è andata incontro ad un parziale ridimensionamento. Ciò è da mettere in relazione con l’attenuazione del “blocking” con circolazione ad omega nel Pacifico che determinava persistente maltempo sulla California.
Più avanti lungo il flusso zonale occidentale, una seconda anomalia di segno positivo ha stazionato a lungo presso le coste orientali statunitensi. Ora è in fase di rapida intensificazione per l’azione di un poderoso “forcing” di matrice tropicale, ed ha già superando i 250 m d’anomalia a 500 hPa. In quell’area tende, infatti, a svilupparsi un robusto anticiclone, destinato poi a migrare in pieno Atlantico, con temporanea digressione sull’Europa sud-occidentale intorno al 18-19 gennaio.
Ancora più ad est, una terza anomalia positiva a 500 hPa, insediatasi saldamente sull’Europa centro-meridionale, sta entrando in fase di senescenza. Attualmente, il massimo di anomalia è sull’Ucraina, con un valore di circa 150 m.
Negli ultimi cinque giorni, a queste anomalie di segno positivo, se ne è aggiunta una quarta localizzata sull’Asia nord-orientale. È d’intensità medio-alta, con valori compresi tra i 200 e 250 m ed è associata ad una grande onda planetaria parzialmente alimentata dal “forcing” orografico tibetano.
È dunque ormai palese la tendenza ad un radicale rimodellamento della circolazione emisferica boreale, con incremento del trasporto meridiano di calore e momento e conseguente eccitamento d’onda di Rossby.
Nel medio-lungo termine, anche la cellula anticiclonica in formazione sull’Atlantico dovrebbe intensificarsi, strutturandosi in una grande onda planetaria quasi stazionaria. Questa sarà alimentata da “forcing” prodotti da elevata attività tropicale su America equatoriale e australe; sarà anche favorita dalla migrazione nell’Artico canadese dei minimi di geopotenziale del VP stratosferico e dell’alta troposfera.
Secondo le proiezioni del modello GFS non ci sarà, specialmente nel lungo termine, un efficace accoppiamento della circolazione troposferica con l’omologa stratosferica a due onde. Ciò determinerà un ulteriore rallentamento dei “westerlies” troposferici.
Nella troposfera boreale dovrebbe gradualmente affermarsi una circolazione a tre grandi onde planetarie risonanti, poco favorevole alla penetrazione d’intensi disturbi anticiclonici nell’Artico. Ciò fa ritenere che il debole “stratwarming” previsto nel medio termine, dovrebbe avere vita breve.
La prima, grande, onda anticiclonica di Rossby, quasi stazionaria a ridosso delle Rocky Mountain, sarà contrassegnata da carattere estremamente baroclino. Specialmente alla latitudine di circa 50° N, sarà attraversata da intensi “jet stream” del fronte polare, con numerose onde mobili associate a veloci perturbazioni che porteranno tempo particolarmente mite e piovoso sulle coste e abbondanti nevicate sulle montagne canadesi.
Le coste orientali nord-americane dovrebbero invece essere investite da frequenti colate artiche connesse ad un vasto e profondo vortice freddo sull’Arcipelago Canadese.
La seconda onda anticiclonica planetaria, sull’Atlantico orientale, assumerà carattere bloccante, ma non riuscirà a penetrare nell’Oceano Artico. L’estremità settentrionale del “blocking” tenderà a divenire pulsante in senso meridiano e sarà attraversata da intense correnti a getto del fronte polare dirette verso l’Europa centro-orientale. Tutta la porzione centro-orientale del nostro continente sarà dunque attraversata da perturbazioni provenienti dall’Atlantico settentrionale, cui seguiranno massicce intrusioni di aria gelida che investiranno anche l’Italia.
La terza onda planetaria quasi stazionaria sull’Asia, si configurerà come un promontorio anticiclonico dinamico ad onda lunghissima e generalmente poco sviluppato in senso meridiano, ma con probabili, moderate penetrazioni nell’Oceano Artico dopo il 24 gennaio.
Di conseguenza, il vortice freddo siberiano della media e alta troposfera risulterà scisso in due profonde depressioni. La prima insisterà sulle coste orientali dell’Asia e sul contiguo Oceano Pacifico, portando ancora freddo intenso e nevicate copiose sul Giappone.
La seconda depressione in quota sarà centrata sull’Europa nord-orientale e si allungherà verso sud-ovest in una profonda e vasta saccatura che porterà ripetute ondate di freddo fin sul Mediterraneo centrale ed episodi di maltempo su Europa sud-orientale e diverse località del Medio Oriente.
La terza decade del mese imbiancherà dunque l’Italia? Il bianco evento non è ancora una certezza, ma le probabilità che possa manifestarsi su molte località italiane, aumentano sempre di più!