Chiusura del cerchio L’instabilità, che si protrae da qualche giorno sull’Italia, rappresenta l’eredità lasciata dalla ferita perturbata che spadroneggiava per molto tempo sul cuore dell’Europa. Ora la saccatura è potuta evolvere verso est, con il grosso dell’instabilità che è presente sul comparto orientale del Continente. Un parziale miglioramento interessa invece i settori centro-occidentali europei, grazie ad una graduale rimonta anticiclonica.
A dire il vero, lo spazio per l’anticiclone appare molto ristretto: sulle coste atlantiche e soprattutto sulla Penisola Iberica intravediamo nuove minacce nuvolose portate avanti dal ritorno della circolazione atlantica: ci attendiamo così il completamento di un mutamento del quadro circolatorio che sarà congeniale, nell’immediato, per un ulteriore definitivo miglioramento sul Mediterraneo Centrale, ove la stabilità si imporrà in modo deciso.
In attesa dell’imminente zampata anticiclonica, l’Italia ha ancora risentito della vecchia circolazione: nonostante l’aumento della pressione atmosferica, alle altezze superiori della troposfera si sono avuti ancora spifferi d’aria fresca in quota, sospinti da correnti nord-occidentali. Questa presenza fresca, in contrasto con il riscaldamento diurno efficace per opera del forte soleggiamento, ha prodotto una robusta attività temporalesca nelle ore più calde, dopo che la prima parte del mattino era volata con cieli ovunque sereni.