Siamo alla conclusione, il Vortice Polare è giunto al capolinea. Se la svolta meteo dovesse realizzarsi – ove per svolta intendiamo una brusca sterzata verso quella vivacità primaverile sinora mancata – è perché qualcosa lassù si è rotto.
Ne abbiamo parlato, abbiamo ricapitolato la vicenda ma per chi ancora non lo sapesse possiamo riassumere il tutto in poche semplici righe. Il Vortice Polare s’era mostrato debole già in autunno, debole perché disturbato da frequenti flussi di calore in stratosfera. Tali flussi diventavano improvvisamente esplosivi a dicembre, creando il cosiddetto “improvviso riscaldamento stratosferico”. Da lì vi fu la crisi del Vortice Polare, lo split o rottura che dir si voglia. Fu uno slpit anomalo, non fulmineo ma diluito in tempi e modi. Forse proprio questa diluizione, considerata alla fin fine anomala, ha impedito che l’Inverno potesse realmente decollare.
C’erano i presupposti per una stagione invernale con ben altre prospettive, invece si è risolta a gennaio. Febbraio, poi marzo, come ben sappiamo hanno visto il dominio indiscusso e indiscutibile dell’Alta Pressione. Cos’è successo? Che il Vortice Polare si è ripreso, il raffreddamento stratosferico ne ha facilitato un sorprendente ricompattamento. Sorprendente perché di solito, a febbraio, dovrebbe subentrare il graduale decadimento.
Quest’anno no, non è andata così. Ormai ci stiamo abituando a tutto e al contrario di tutto, ma anche qui siamo difronte a un’anomalia. Anomalia che poi, come da casistica documentata, si è risolta in Alte Pressioni persistenti e coriacee qui da noi mentre sul nord Europa impazzavano le burrasche.
Ma ora stiamo procedendo verso la piena maturità primaverile e la piena maturità primaverile prevede lo smantellamento del Vortice Polare. Quest’anno è stato forte nella seconda parte dell’Inverno, quindi attenzione a quel che potrebbe succedere ad aprile perché gli scambi meridiani – tipici del periodo e di queste situazioni – potrebbero esporci a irruzioni fredde e a ondate di maltempo rilevanti. I contrasti termici potrebbero esacerbarsi, dando luogo a fenomeni di una certa violenza.
Alla luce di tutto ciò ribadiamo quel che abbiamo scritto già altre volte: la svolta dovrebbe essere definitiva. Le considerazioni effettuate sinora ci portano a considerare come poco probabili nuovi, prolungati periodi anticiclonici. Riteniamo più probabili la tipica dinamicità primaverile che potrebbe sfociare in piogge finalmente abbondanti.