Ora che si ha la “quasi” certezza che una perturbazione verrà a scardinare la resistenza anticiclonica, ci si interroga se davvero porrà fine all’Estate o se si rivelerà una semplice toccata e fuga. Dovessimo considerare la data sul calendario, che vedrebbe l’impulso arrivare a cavallo tra le seconda e l’ultima decade di Settembre, si potrebbe ipotizzare l’arrivo dell’Autunno. Ma se dovessimo analizzare i Modelli, invece, noteremmo una sfrontatezza anticiclonica sorprendente. Transitata la perturbazione, sarebbe subito pronta a ricucire lo strappo.
Ovviamente molto dipenderà dalla dislocazione delle depressioni Atlantiche, che al momento sembrano prediligere le alte latitudini. Ma arriverà il momento, prima o dopo, che saranno costrette a migrare più a sud. Sarà quando il Vortice Polare prenderà possesso di quelle lande ed allora sì che arriverà l’Autunno. Non è escluso che si passi dal caldo al freddo prematuro, a conferma di quel trend meridiano che ha prevalso nell’ultimo decennio.
Ma questi son discorsi che affronteremo dettagliatamente nell’analisi a lungo termine. Adesso è giusto focalizzare l’obbiettivo su un range temporale ristretto e comprendere che accadrà da qui ai prossimi 5-6 giorni. Anzitutto, lo abbiam detto ieri e ribadito stamane, la struttura anticiclonica sta mostrando qualche piccola debolezza. Niente di trascendentale, tant’è che il tempo si mantiene stabile e soleggiato senza batter ciglio.
Cos’è che ci consente di rilevare la minor vigoria anticiclonica? I temporali. Già, l’instabilità che durante le ore pomeridiane prenderà il sopravvento nelle zone di montagna. La nuvolosità scaturirà in seguito a piccole infiltrazioni d’aria fresca alle alte quote dell’atmosfera. Si verranno a creare quei contrasti termici tipici della fine dell’Estate, capaci di generare i moti verticali e la nuvolosità cumuliforme. Scenari che ci accompagneranno oggi, mercoledì, ma anche giovedì e venerdì.
Diciamo che giovedì e venerdì si moltiplicheranno gli spunti temporaleschi, ovvero si accenderà la miccia su tutto l’arco alpino, sulla dorsale appenninica e nelle aree interne insulari. Non solo. Qualche focolaio potrebbe sfociare in zone diverse come ad esempio le coste o nelle aree pianeggianti del Nord Italia. Inoltre, giusto dirlo, la ventilazione inizierà a disporsi dai quadranti settentrionali lungo l’Adriatico.
A livello europeo, invece, avremo la comparsa di un’area perturbata nord atlantica sul settore occidentale. Da là dovrebbe dirigersi a sudest, puntando le Alpi e inducendo un primo cambiamento nella giornata di sabato. L’instabilità prenderà il sopravvento nelle regioni Settentrionali, sfociando facilmente nelle aree pianeggianti.
Domenica, invece, arriverà la parte più avanzata della perturbazione e costringerà l’Alta Pressione ad una mesta ritirata. I venti si disporranno rapidamente dai quadranti occidentali, rinforzando e determinando un calo termico sulle regioni di ponente. Il tempo resterà instabile al Nordest, mentre al Nordovest arriverà il foehn e con esso si registrerà un cospicuo miglioramento.
Nella giornata successiva dovrebbe avvenire lo sfondamento perturbato, il ché significa che le condizioni meteo dovrebbero peggiorare su tutta Italia e le temperature diminuire sensibilmente. Per i particolari vi rimandiamo ai prossimi aggiornamenti, perché minime variazioni nella traiettoria d’ingresso potrebbero tradursi in grandi cambiamenti a livello di precipitazioni. Quel che è certo, al momento, è la consistente rinfrescata che abbraccerà l’intera Penisola.