La saccatura artica sta lentamente slittando più ad est, sotto la spinta dell’ala orientale dell’anticiclone atlantico, che sta rimontando in modo sempre più efficace verso la Penisola Iberica, la Francia e i settori meridionali della Gran Bretagna. Alta pressione non significa sempre bel tempo: vediamo la presenza di una fitta copertura nuvolosa proprio tra Francia e Regno Unito, derivante dalle infiltrazioni d’aria molto mite ed umide atlantica. Le perturbazioni, quelle vere, sono costrette a scorrere a latitudini un po’ più elevate.
L’Europa appare spaccata in due fronti: la mitezza ad ovest si contrappone ad un clima ben più freddo (più consono per la stagione) che domina sulle nazioni centrali ed orientali del Continente, dove resta ancora attiva la saccatura fredda che ha dato origine al riversamento dell’aria artica verso le nostre latitudini. La ferita ciclonica sul Mediterraneo è stata ulteriormente acuita da una nuova area ciclonica, che si è approfondita nella giornata odierna sulle regioni più meridionali, dove sono venute a scontrarsi masse d’aria un po’ più temperate con l’aria fredda pre-esistente.
Piogge torrenziali hanno colpito duro la Calabria e la Sicilia accompagnate da raffiche di vento molto intense, con accumuli persino a 3 cifre sul palermitano (nella località di San Giuseppe Jato sono stati misurati oltre 200 millimetri) ed abbondantissime nevicate in montagna, dalla Sila fino ai Nebrodi: nella prima parte del giorno la neve è caduta anche a quote relativamente basse sul catanzarese, sul cosentino (qualche fiocco a Cosenza città) e sulla parte più meridionale della Lucania, per l’aria fredda affluita negli ultimi giorni non immediatamente scalzata dalle correnti più miti. In generale, sul resto d’Italia si è invece avuto un miglioramento ed hanno prevalso schiarite, salvo qualche disturbo nuvoloso risultato più consistente sulle Alpi di confine, dove ha seguito a cadere a tratti un po’ di neve.