Tramite l’ausilio delle mappe d’anomalia tracciate sulla base dei dati preliminari del Climate Prediction Center (NOAA), possiamo subito focalizzare l’attenzione sugli avvenimenti che hanno contraddistinto questo primo scorcio di settembre così dinamico. Incentrando l’analisi su quanto accaduto nella settimana che si è appena conclusa, l’Europa Centro-Orientale (e in parte anche l’Italia) ha confermato un trend termico un po’ più fresco della norma del periodo. Al contrario, le temperature sono invece salite vivacemente oltre la norma (seppur solo di qualche grado) sulle Isole Britanniche e sulle nazioni scandinave, per via del prevalente dominio di una zona anticiclonica che ha costretto il flusso atlantico a scorrere verso latitudini più basse.
Nonostante un trend termico nel complesso normale (considerando l’intero quadro settimanale compreso fra il 5 e l’11 settembre), i valori estremi massimi più elevati si sono avuti sul sud della Spagna e sulle coste nord-africane, con picchi che hanno superato i 40 gradi sulla Tunisia per via di una transitoria rimonta calda che, precedendo l’intrusione della perturbazione giunta sul cuore del Mediterraneo, ha lambito anche le regioni meridionali italiane, compresa la Sicilia.
Il fronte perturbato d’origine atlantica ha lasciato il segno non solo sull’Italia (piogge cadute su gran parte delle regioni della Penisola), ma anche sulle zone immediatamente circostanti: i fenomeni si sono infatti presentati con maggiore decisione sul sud della Francia, ma anche più ad oriente, fra la Slovenia, la Croazia e l’Ungheria. (zone carpatico-danubiane). Si noti il regime prevalentemente secco di cui hanno risentito soprattutto la Penisola Iberica e l’area baltico-scandinava, ma si tratta di zone che hanno subito costantemente la protezione di due differenti aree anticicloniche.