L’andirivieni tra El Niño e La Niña fanno parte dell’evoluzione, nel lungo periodo, dello stato del clima globale per il quale le misure di altezza della superficie del mare sono un indicatore chiave. Negli ultimi tre mesi, cioè da quando la forte Niña cominciata lo scorso anno si è dissipata, i dati raccolti dal US-French Ocean Surface Topography Mission (OSTM)/Jason-2 oceanography satellite mostrano che l’altezza della superficie del mare del Pacifico equatoriale è rimasta stabile e vicina alla media. Nella parte nord orientale dell’Oceano Pacifico, invece, il mare è abbastanza fresco con i livelli del mare molto più bassi del normale. La presenza di acque fredde oceaniche al largo della costa occidentale degli Stati Uniti è stato un fattore determinante nel causare una primavera fredda e nebbiosa.
Lo stato attuale del Pacifico è mostrato nell’immagine OSTM/Jason-2 (la trovate allegata all’articolo), basato sulla media dati di 10 giorni con riferimento al 18 giugno 2011. L’immagine ritrae luoghi dove l’altezza della superficie del mare dell’Oceano Pacifico è più alto (più caldo) rispetto al normale e viene indicato con le colorazioni giallo e rosso, mentre i luoghi in cui la superficie del mare è più bassa (fredda) del normale sono indicati dai colori blu e viola. Il verde indica condizioni prossime alla norma. L’altezza della superficie del mare è un indicatore della quantità di calore apportata dal sole e che viene immagazzinata nella superficie oceanica.
Secondo Patzert, “La Nada” può portare con sé un alto grado di incertezza nelle proiezioni climatiche. Mentre alcune previsioni (rivolte alle prossime stagioni) suggeriscono che La Nada porterà “normali” condizioni meteorologiche, Patzert fa notare che in occasione di precedenti Nadas vi sono state modifiche sostanziali della corrente a getto e conseguenti oscillazioni climatiche imprevedibili. Inoltre, alcuni climatologi stanno cercando di capire se stiamo andando incontro ad un forte episodio di El Niño (che spesso segue La Niña) il ché, sempre secondo Patzert, sarebbe un bene per gli Stati Uniti.
“Per gli Stati Uniti, ci sarebbero alcuni aspetti positivi alla comparsa di El Niño nel corso dell’estate”, dice Patzert. “Il livello di siccità, che ha condotto ai devastanti roghi della parte meridionale del paese, ne trarrebbe sicuramente beneficio se El Niño portasse un po’ di piogge. Andando il là col tempo, verso fine agosto e settembre, El Niño tenderebbe anche a smorzare la stagione degli uragani. Una fase di grandi piogge e un minor numero di uragani sarebbero senz’altro cosa gradita”.
Gli scienziati continueranno a monitorare le altezze della superficie del mare dell’Oceano Pacifico correlandole all’alternanza El Niño – La Niña o eventualmente a prolungate condizioni di neutralità.
Per ulteriori informazioni sulle missioni NASA circa le misurazioni sulla superficie dell’oceano, si può visitare il sito https://sealevel.jpl.nasa.gov/missions/
Per visualizzare l’ultima immagine satellitare e la serie dati raccolte da Jason-1 e OSTM/Jason-2 si può accedere presso https://sealevel.jpl.nasa.gov/science/elninopdo/latestdata/