La settimana che si sta chiudendo ha accompagnato l’esordio di febbraio, non certo iniziato nel migliore dei modi per tutti i supporter invernali, mai come ora in crisi d’astinenza nella speranza di rivedere quegli scenari promettenti che avevano caratterizzato l’inizio della stagione. In assenza di grandi emozioni invernali, l’aspetto saliente degli ultimi giorni è stata la fase perturbata che ha regalato notevoli precipitazioni all’estremo Sud e sulle due Isole Maggiori, con caratteristiche q uasi autunnali.
Ora l’anticiclone si è riportato con forza alle nostre latitudini, dopo un lungo periodo nel quale stabiliva la propria roccaforte su posizioni più elevate, in prossimità delle Isole Britanniche. La forza dell’anticiclone determina un gran sereno su tutto il comparto euro-mediterraneo centro-occidentali, con il flusso atlantico costretto a scorrere su latitudini medio-alte. Il Vortice Polare si è compattato e l’aria artica al momento, data l’intensità del flusso zonale, non ha nessun varco per scendere, ma sta caricando le batterie in attesa di eventuali risvolti per poter di nuovo affondare sul Vecchio Continente.
La negativa dell’attuale situazione meteorologica sull’Italia è particolarmente avvertita sul Settentrione, alle prese con un lungo periodo siccitoso che si protrae ormai da settimane. Questo ha permesso l’incremento dell’inquinamento, ma soprattutto non ha consentito le nevicate non solo in pianura, ma nemmeno sulle Alpi. Situazione globalmente migliore in Appennino, dove il lampo invernale di gennaio ha regalato importante materia prima, davvero utile in tempi così magri dopo un lungo periodo assai difficile.