Grandi cumuli si sono formati nei cieli delle regioni pre-costiere del Lazio, generati da una situazione di marcata instabilità atmosferica.
I cumuli che transitavano nella costa sono passati in un territorio dove il sole aveva innalzato sensibilmente la temperatura, così si sono attivati forti venti in quota chiamati convettivi, che hanno spinto verso l’alto l’aria umida che si è congelata in piccoli chicchi di grandine.
Nel cielo si sono vedute nubi minacciose, tipiche nelle forti correnti aeree, con cenni di mammatus e altre di nubi modellate dai fortissimi venti in quota.
I temporali tirrenici hanno generato una forte attività elettrica, con numerosi fulmini cielo terra. E’ stato il classico temporale di primavera, e giù via, una serie di fortissimi acquazzoni hanno inondato mezza città con accumuli di pioggia sino alle soglie dei 40 millimetri.
La grandine è caduta abbondante, complice l’aria abbastanza fredda in quota che ha favorito il rapido congelamento delle particelle d’umidità. Molte vie e marciapiedi si sono imbiancati, offrendo una scenografica meritevole d’esser definita invernale.
Roma si è imbiancata in primavera con la grandine e non con la sperata nevicata. Una nevicata mancata, è quella che sarebbe potuta venire il 29 dicembre 2005, ma che ha saltato per l’ennesima volta la città di Romolo e Remo.
Roma da appuntamento alla neve al prossimo inverno, da ieri è davvero primavera.