Persiste una situazione meteo piuttosto anonima, determinata dall’accanimento di un campo barico stabilizzante, con valori di pressione medio-alti e livellati a tutte le quote.
La campana anticiclonica favorisce una forte stabilità atmosferica poco consona al periodo in essere, spesso contraddistinto dalle prime grandi manovre del generale inverno, che culminano in episodi freddi apportatrici di spruzzate di neve fino alle basse quote.
In questo fine 2006 non si vede traccia di configurazioni favorevoli a discese fredde verso l’Europa centro-occidentale ed area Mediterranea, e la frenetica attività del Vortice Polare impedisce l’elevazione dell’Anticiclone che resta schiacciato sulle nostre regioni.
Tale anticiclone va estendendosi anche verso il Mediterraneo orientale, ove ieri era in azione un nucleo freddo e perturbato, capace di portare nevicate a quote basse su alcune aree del medio Oriente.
L’unico elemento di novità per quanto ci riguarda è dato dall’invecchiamento progressivo della struttura altopressoria, con conseguente intensificazione delle inversioni termiche e delle nebbie, in particolare sulle pianure e sulle vallate del settentrione e delle regioni centrali.
Nebbie protagoniste anche nelle ore diurne, favorendo in tal modo la persistenza di valori termici rigidi e simili a quelli notturni: numerose località della pianura padano-veneta hanno avuto valori massimi intorno agli zero gradi.
Non così sui rilievi collinari e montuosi, che trovandosi oltre il limite dell’inversione risentono efficamente dell’azione del soleggiamento e della circolazione d’aria mite in quota, con valori di conseguenza anche piuttosto miti. E valori miti anche in Liguria, a differenza delle coste dell’alto Adriatico.
L’Anticiclone mostra inoltre deboli segni di cedimento sul nord Italia, derivanti dall’azione di una perturbazione in transito sull’Europa centrale (neve in atto a Berlino), ma la struttura altopressoria tamponerà molto bene il disturbo instabile.
Qualche cambiamento di maggior rilievo si manifesterà negli ultimi due giorni dell’anno, allorquando l’intensificazione dell’attività del Vortice Islandese in corrispondenza dell’Europa occidentale, favorirà un progressivo flusso umido sud-occidentale di cui risentiranno in primis le regioni settentrionali.
Dunque non più solo nebbie, ma anche aumento della nuvolosità e possibili piovaschi isolati al nord (non si esclude qualche fenomeno di gelicidio), che tenderanno ad una maggior diffusione proprio per la notte di San Silvestro.
Tra l’1 e il 2 Gennaio è atteso un ulteriore cedimento della pressione, con la genesi di quel primo atteso cambiamento già annunciato da tempo, e che analizzeremo prossimamente con maggior dovizia di particolari.