Tra le tante soluzioni previste dal modello di Reading, e già comparse qualche giorno fa nell’analisi 1/50 membri ECMWF, trova sempre più incisività evolutiva la formazione di un HP finnico.
Tale figura pressoria, nella sua parte più meridionale, lascia il “terreno” aperto sia all’aria di origini atlantiche, sia a quella di origini nord europee (aria artica continentale). Tutto ciò in un complesso gioco tra depressioni e selle anticicloniche.
Come viene evidenziato dalla carta rielaborata, data questa apertura barica “totale” ed ubicata sulla fascia della media Europa, si inserisce una depressione, a carattere freddo, molto significativa tra la bassa Russia e la parte centro orientale dei Balcani.
Sul settore più occidentale vi sarebbe un tentativo di ingresso atlantico (aria umida di origini oceaniche), spinto da una saccatura del vortice a sud della Groenlandia che va a creare un minimo secondario sulla Francia di NW.
Si schiude una situazione di “marcati contrasti termici” che vedrebbe la sua “trincea” scavarsi tra il bacino centro settentrionale del Mediterraneo e la Germania. Viene inoltre evidenziata, causa l’avanguardia di aria più fredda che si spinge sino il settore alpino centro occidentale, la formazione di una depressione orografica sul NW peninsulare.
Si conferma pertanto un periodo contrassegnato da piogge, sul settore centro settentrionale italico, che dovrebbero già originare da circa metà della settimana prossima.
Giunti agli inizi del mese di novembre, 4/5 del prossimo mese, vista e partendo dalla situazione prevista per il 31.10.2004, si dovrebbe assistere ad un allungamento verso SSW dell’asse altopressorio ora sul nord Europa, asse che, non trovando ostacoli barici particolarmente rilevanti in suddetta area geografica, favorirebbe l’ingresso “franco” dell’aria fredda verso la nostra Penisola.
Ho volutamente tradotto ed esposto questa rilettura della situazione alla quota di 850 hpa poiché, alle quote superiori (cfr. quella a 500 hpa) tale situazione, letta attraverso la disposizione dei geopotenziali e relativa loro quota di riferimento, risulta essere ancor più complessa e sicuramente fuorviante.
Non serve “spasmodicamente” e necessariamente rivolgere lo sguardo verso le più alte quote, ma riuscire a tradurre e ricondurre tutto verso una situazione che sia più prossima a quella del suolo.
E’ pur vero che i 500 hpa rimangono una quota previsionale di assoluto riguardo, ma spesso essa si presenta poco dinamica e reattiva.