Le proiezioni meteo stagionali rivestono una loro importanza. Checché se ne dica è uno degli argomenti prediletti da appassionati e non, ragion per cui quando si propone un argomento di questo tipo bisogna trattarlo con la dovuta attenzione.
Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di mettere a frutto la nostra esperienza tanto nell’interpretazione delle complesse dinamiche atmosferiche quanto nell’interpretazione dei vari modelli matematici stagionali. In varie circostanze abbiamo avuto modo di proporvi proiezioni che puntualmente si sono realizzate – pur con le naturali differenze locali – in altre abbiamo dovuto registrare variazioni eclatanti. Perché questo? Beh, semplice: perché l’atmosfera è un sistema complesso, dinamico, mai fine a sé stesso.
Vi sono degli anni, invece, nei quali poter ipotizzare uno scenario è meno complesso. Con ciò non vi stiamo dicendo che le prossime righe andranno prese per oro colato, vi stiamo semplicemente dicendo che quel che si scrive da tempo – ovvero lo sconquasso atmosferico di febbraio – potrebbe rendere la previsione un po’ più affidabile.
Previsione volta, da tempo, nell’individuare dinamiche piuttosto perturbate per larga parte del Vecchio Continente, Italia compresa. Previsione che, col passare dei giorni, trova sempre più riscontro anche da enti internazionali a dir poco autorevoli. Tali proiezioni, quindi non siamo soltanto noi a sostenerlo, puntano il dito sul bimestre marzo-aprile quale periodo propizio a frequenti precipitazioni sul bacino del Mediterraneo. Badate bene, sarebbe importantissimo anche per dare una spallata definitiva alla terribile siccità dello scorso anno.
Non solo, tali proiezioni puntano il dito anche sulle temperature, ipotizzandole in linea o inferiori alle medie climatiche di riferimento. Ora, ovvio che in un territorio variegato come quello italiano tali proiezioni potrebbero non calzare a dovere, tuttavia riteniamo che il quadro generale sia destinato a non discostarsi troppo da quanto scritto.