Gli anni passano, le stagioni cambiano, eppure come il ciclico oscillare di un pendolo, sappiamo già che certe situazione torneranno a rievocare momenti trascorsi.
Una canzone, della compianta Mia Martini, diceva così: “Ti ricordi una volta si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera…”; questa canzone è “La nevicata del ’56” e rappresenta un momento, un quadro storico della città.
E’ una canzone che ascolto sempre con piacere perché, pur non avendo vissuto l’episodio del 1956, mi sembra di immaginare quei momenti ovattati, quelle strade bianche e quel silenzio che solo la neve riesce a donare.
Ma perché citare questa canzone?
La meteorologia non è una scienza esatta. Anche poche ore prima dell’evento meteo il previsore non può esser certo al 100% della veridicità delle proprie considerazioni ed allora, in mezzo a tante elaborazioni, dati e mappe sinottiche ho voluto trovare un momento di nostalgia e di ricordi per inquadrare una situazione meteorologica che sembra essere in grado di riportare la neve nella Capitale.
Roma è una delle città più difficili da inquadrare nel caso di situazioni da neve ed il Lazio intero non è certo da meno. Andiamo ad osservare insieme l’evoluzione di questa pervicace azione gelida e gli effetti sulla nostra regione.
Analisi sinottico/satellitare
Abbiamo descritto nell’editoriale di ieri il passaggio del nucleo gelido dall’Adriatico al Tirreno e le possibili variabili che ne sarebbero conseguite. Oggi possiamo osservare molto più da vicino l’ULL (upper level low) che si è mostrato in tutto il suo splendore nei cieli italiani.
Facciamo bene a dire “nei cieli” poiché questo sistema ciclonico è davvero particolare nella sua rappresentazione satellitare; esso è strutturato (da qui il nome) solo alle alte quote con aria fredda presente intorno ai 300/600hPa ed aria calda sovrastante. La dinamica ciclonica espressa in tropopausa e gli scambi termo-convettivi intensi danno vita ad una serie di cumulonembi molto attivi e appiattiti in sommità proprio a causa della struttura dell’ULL.
Il transito di questo nocciolo gelido tra terra e mare ha prodotto sul lato adriatico una serie continua di celle temporalesche. Questa sorta di “Via Lattea” dei temporali è chiamata Cloud Streets ovvero un tappeto di nubi generato proprio dal passaggio freddo e dagli scambi termici.
La situazione temporalesca descritta è di tipo mesoscala ed è sintomatica dell’avvezione fredda tra 850/100hPa.
L’ingresso impetuoso del Getto ha invece prodotto una serie di nubi alte “fibrose”, le classiche Jet Fibres presenti sul Tirreno dove è possibile vedere in prossimità della Sardegna delle Lee Cloud, proprio ad evidenziare la forza delle correnti.
Nelle prossime ore il vortice freddo in quota attraverserà la Penisola per gettarsi presso il Tirreno.
Tale azione avverrà con andamento antiorario e, grazie alla disposizione dell’asse di saccatura anche il versante occidentale trarrà beneficio, con precipitazioni ed umidità in risalita.
Dobbiamo ringraziare una vivace baroclinicità, responsabile della futura attività temporalesca diversa dal tipo mesoscala dell’Adriatico poiché si genererà un maltempo a grande scala. Il sistema perturbato sarà abbastanza ampio
e si attiverà con il passaggio della saccatura , con piano isobarico a 500hPa atto alla formazione di ciclogenesi e frontogenesi.
La frontogenesi prevista potrebbe essere figlia, sul Tirreno, del richiamo caldo-umido; ciò accadrà per mancanza di coassialità tra minimo in quota e minimo al suolo.
Il minimo in quota viaggerà probabilmente più nord mentre una condizione diversa vi sarà al suolo.
Questa sfaldatura provocherà una inclinazione rispetto al piano verticale, poiché il minimo al suolo sarà fuori asse.
Vien da se che i contrasti termodinamici sono incentivati e pure la frontogenesi.
Analisi modelli meteo
La differenza tra satellite e mappe meteo è abissale. Nel fare now-casting un modello non può competere a livello comunicativo con l’immagine del sat ma, nonostante ciò, il previsore non può che affidarsi ad essi sino a diverse ore dall’evento.
Sarebbe prolisso scrivere le varie sfumature proposte dai centri di calcolo però, sostanzialmente, le conclusioni che si possono trarre in materia di precipitazioni sono concordanti mentre ciò non accade per quanto concerne le tempistiche ed il dato termico.
La traslazione del nocciolo in quota concederà al richiamo caldo-umido di risalire il Tirreno sino alle coste laziali. Questa azione da meridione è un classico presupposto per vedere la neve nel Lazio, specie in concomitanza di stratificazioni fredde ai bassi strati o avvezioni da oriente che gettandosi sul versante occidentale provocano minimi secondari.
La nevicata ha come condizione necessaria e sufficiente il refolo caldo-umido quando quest’ultimo arriva con buone precipitazioni e non troppa vigoria.
Non ripetiamo le varie complicanze espresse nell’articolo di ieri ma ci limitiamo ad osservare nelle prossime ore l’entità di questa azione di tipo sciroccale o con direttrice da SW.
Se verranno mantenute buone condizioni termiche e verrà rispettata una tempistica tale da mantenere appropriate temperature di partenza, anche la Capitale potrà vedere fiocchi e/o neve; il resto del Lazio, specie le zone interne, hanno ottime possibilità di ricevere accumuli sino in pianura tra domani/Lunedì.
Il richiamo da sud si sentirà in special modo alla media/bassa troposfera mentre al suolo, anche se in alcuni luoghi in modo impercettibile, potrà mantenersi una alimentazione da est. Il connubio di queste due forze è spesso risultato portatore di neve nelle piane laziali.
Ovviamente una virata più intensa della direttrice meridionale complicherebbe le prospettive per Roma ed innalzerebbe velocemente la quota neve con pioggia in molte località.
Non ci resta che aspettare, consapevoli della condizione molto al limite romana, ma anche il resto del Lazio sta esprimendo una serie di complicanze più vicina ad un rebus che ad una previsione.