Certamente è da accogliere con enorme stupore questa svolta radicale delle condizioni meteorologiche in atto, che vede l’avvento di prime correnti occidentali depressionarie associate al sensibile abbassamento del flusso zonale oceanico, il quale ha messo a sedere il dominio Altopressorio.
L’esaltazione dell’ingresso di questa nuova fase meteorologica è dovuta al fatto che anche le prospettive meteo a breve-medio termine appaiono positive, in quanto sono attese nuove ondulazioni perturbate alternate a temporanei promontori, per l’intensificazione alle nostre latitudini dell’azione del Vortice Perturbato d’Islanda e che prende vita fin dal lontano Canada.
Non ci stancheremo di ripetere che la configurazione barica protagonista nei prossimi giorni è tipica di altri periodi dell’anno, in special modo le fasi d’autunno inoltrato. Dunque mancherà il sapore invernale, tuttavia il dinamismo atmosferico che caratterizzerà il prossimo periodo è stato completamente assente non solo negli ultimi mesi, ma anche per tutto lo scorso trimestre autunnale.
Il cambiamento meteo sulle nostre regioni è percepibile solo da alcune ore, in pratica le prime avvisaglie sono giunte nella notte, allorquando si sono affacciate nubi più consistenti verso il settentrione, mentre la parte avanzata di un fronte d’instabilità, proveniente dal Mediterraneo occidentale, si portava verso la Sardegna e la Corsica.
La resistenza di un debole cuneo altopressorio, specie al centro-sud, ha consentito nella notte ancora temperature minime rigide da inversione termica, con gelate persino in alcuni settori pianeggianti del meridione (valori molto al di sotto della media), oltre a tutte le aree vallive. Tuttavia è stata l’ultima notte favorevole alle inversioni e al freddo da irraggiamento.
Il ribasso termico notturno ha interessato in special modo Puglia, Calabria e Sicilia, aree peraltro di recente interessate dalla breve irruzione d’aria fredda dai Balcani, e che hanno avuto la prima ed unica notte caratterizzata da calma di vento e cielo sereno.
Il temporaneo cuneo altopressorio è stato rapidamente scalzato dalle prime ore della giornata anche al centro-sud, per l’avanzamento della prima onda debolmente perturbata da occidente. A tale onda perturbata è associata una linea d’instabilità ormai in spostamento verso il Tirreno, con instabilità temporalesca in azione sulle coste occidentali del centro-nord Sardegna.
Le immagini del Satellite mostrano sul campo Europeo un’estesa fascia perturbata che si protende dal Canale della Manica fin verso i settori centro-orientali del Continente. Come già spiegato ieri, non è altro che la linea di demarcazione fra masse d’aria differenti: il flusso oceanico che riguarda Penisola Iberica e Mediterraneo centro-occidentale, mentre l’aria artica domina sulle nazioni nord Europee.
Discesa meridiana di masse d’aria polari instabili marittime consentita da un Anticiclone termico di blocco sempre ben strutturato fra Islanda e Groenlandia, che ha favorito più ad oriente un contestuale affondamento verso sud di parte del Vortice Polare verso la Scandinavia e il nord della Russia (aree maggiormente interessate da freddo intenso), con colata artica che spinge più a sud in modo da spaccare a metà l’Europa.
L’azione dell’aria artica non avrà al momento come obiettivo l’Italia, che invece sarà via via bersagliata da ulteriori attacchi perturbati di matrice Atlantica. L’intensificazione dell’attività perturbata sull’Atlantico darà avvio alla genesi di perturbazioni alla vecchia maniera, che hanno come obiettivo il cuore del Mediterraneo.
Per domani persisterà l’azione instabilizzante delle correnti occidentali in seno a geopotenziali medio-bassi, che penalizzeranno specialmente i settori esposti della Liguria, Sardegna e medio-alto versante Tirrenico, in un contesto generale di spiccata variabilità.
Fra giovedì e venerdì è atteso in particolare l’arrivo di un sistema frontale ben più vasto e possente, che pare intraprendere una traiettoria ancor più bassa tale da coinvolgere in maniera decisa anche il meridione d’Italia, con probabile associata forte ciclogenesi in ulteriore approfondimento sulle nostre regioni.