L’anticiclone appare sempre più stretto dall’assedio della voragine instabile che abbraccia l’Europa Centrale e gran parte del Mediterraneo, a cui va sommata la crescente spinta perturbata di matrice atlantica. La resistenza della roccaforte anticiclonica alle alte latitudini risulterà ancora encomiabile, in quanto andrà a costringere il flusso atlantico all’ennesimo affondo verso la Penisola Iberica, ove la nuova attività temporalesca non è altro che l’antipasto di un più robusto peggioramento.
Questo costante arretramento a nord dell’alta pressione ha dato ulteriore sfogo all’instabilità di natura termica, esaltata proprio dal riscaldamento solare. Ne sono una prova i forti temporali che si sono sviluppati verso il tardo pomeriggio tra il Belgio e la Germania, dopo che le temperature avevano toccate punte vicine ai 25 gradi. I temporali hanno penalizzato anche le aree del Mediterraneo Orientale, in particolare la Grecia e la Turchia.
Il regime d’instabilità, che si è esteso ormai verso gran parte del cuore dell’Europa, non sta risparmiando naturalmente nemmeno l’Italia. I nuovi rovesci temporaleschi, risultati più attivi sulle regioni settentrionali del nostro Paese fin dalle prime ore del giorno, derivano la loro vivacità da una goccia fredda collocata a nord delle Alpi e chi è espansa verso la Francia, seguendo un leggero moto retrogrado forzato dall’anticiclone a nord centrato sul Mare di Norvegia. La maggiore frequenza dei temporali ha riguardato la parte occidentale della catena alpina, dove peraltro si sono avute spolverate di neve attorno ai 2000 metri d’altezza.