Ancora una volta ospitiamo una riflessione scientifica che merita attenzione. Stavolta ce la invia il professor Riccardo Magnani, dottore in Scienze Biologiche e docente Chimica e Biologia più Scienze della Terra, oltre che possessore di brevetto di volo ULM, nonché appassionato e studioso di meteorologia e climatologia.
Il professor Riccardo Magnani scrive perché non crede alla teoria del riscaldamento globale di origine antropica, ovvero che i cambiamenti climatici derivino dalle attività umane. La riflessione ci giunge dopo la pubblicazione di un’altra riflessione, quella del colonnello Paolo Ernani, meteorologo dell’Aeronautica militare che avevamo pubblicato qualche giorno fa.
Sono riflessioni di elevato spessore scientifico, condivise da molti dei nostri lettori, ma allo stesso tempo, da tantissimi contraddistinte come farse.
Il Global Warming di origine antropica vede varie scuole di pensiero: alcune sostengono che siamo avviati verso una nuova Glaciazione, altri che il Riscaldamento del Pianeta c’è, ma non è originato dalle attività umane, altri che invece lo è. Tra questi buona parte della scienza internazionale e nazionale, oltre che vari accordi internazionali che sostengono che il clima sta cambiando molto rapidamente ed in modo allarmante.
Noi del Meteo Giornale riportiamo spesso informazioni derivanti da pubblicazione scientifiche, lontane da manipolazioni, e occasionalmente anche coloro che sono contrari a tali teorie perché riteniamo che sia corretto dare la voce a tutti coloro, che con la scienza spiegano i loro perché.
Vi lasciamo alla riflessione del professor Riccardo Magnani. Buona lettura.
Mark Twain “una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe”.
Ho pensato di trattare questa questione esponendo fatti ovvi e accettati da tutti, sostenitori della teoria e negazionisti. Ogni teoria (ipotesi) scientifica deve essere sottoposta a verifica e mai accettata per fede solo perché sostenuta da una pletora di uomini di scienza.
Qualche secolo fa tutti sostenevano che la Terra fosse piatta, tutti…. ma avevano torto. Non è il numero di scienziati che sostiene una teoria che la fa diventare vera ma è la capacità di resistere alle contestazioni opponendo validi argomenti e prove scientifiche. Dare del “negazionista” in senso dispregiativo a chi propone una più attento esame della teoria, ricorda molto i metodi della Santa Inquisizione che condannava come eretici chiunque negasse la “verità Biblica”
Anche i bambini delle elementari sanno che il clima sulla Terra è cambiato innumerevoli volte nella storia del nostro pianeta, passando da glaciazioni a periodi più caldi ben prima che l’uomo e la società industriale potessero emettere la tanto vituperata CO2.
L’ultima grande glaciazione è sfumata gradualmente verso un periodo caldo circa 12.000 anni fa, provocando ad esempio l’estinzione dei mammut ed altre specie animali. A testimoniare l’evento del ritiro dei ghiacciai delle alpi abbiamo i laghi prealpini (Garda, Iseo, Maggiore, Como ecc.) nonché spettacolari vallate di origine glaciale come la Val D’Aosta, Valtellina, Valle dell’Adige.
La fine della glaciazione ha permesso ai nostri antenati di iniziare l’agricoltura e in conseguenza lo sviluppo della civiltà.
Il presupposto che esista un rapporto stretto tra valori di CO2 ed aumento di temperatura richiede qualche spiegazione. La CO2 nell’atmosfera rappresenta lo 0.03/0.04 % dei gas in essa contenuti. La CO2 è un gas serra ma il principale gas serra è il vapore acqueo che incide per almeno il 75% dell’effetto serra totale. In realtà il più grande serbatoio di CO2 non è l’atmosfera bensì l’acqua degli oceani che ricoprono più del 70% della superficie del pianeta. La CO2 si scioglie nell’acqua secondo la reazione (reversibile)
CO2 + H2O = H2CO3 (acido carbonico) e ione bicarbonato HCO3-
Questa reazione (come tutte le reazioni chimiche) è influenzata dalla temperatura. Più alta è la temperatura, più si sposta verso sinistra (provate ad aprire una bottiglia di acqua gassata calda e capirete immediatamente). E’ evidente che un aumento di temperatura degli oceani provocato ad esempio dai cicli di attività solare o da altri fattori astronomici, porta i mari a liberare grandi quantità di CO2 (e di vapore acqueo) che andranno nell’atmosfera ad aumentare col loro effetto serra la temperatura che a sua volta farà uscire altra CO2 e latro vapore, con un meccanismo che, una volta avviato, si autoalimenta senza che l’uomo abbia nulla a che fare con tutto questo. Quando la differenza di temperatura tra i poli e l’equatore sarà alquanto ridotta, le correnti marine come quella del Golfo che si muovono proprio per questo gradiente termico, tenderanno a rallentare.
L’apporto di calore ai poli diminuirà e si andrà nuovamente verso un periodo glaciale.
Riguardo allo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento dei mari, è opportuno sottolineare che il completo scioglimento della calotta artica non porterebbe ad alcun innalzamento del livello oceanico dato che si tratta di ghiaccio galleggiante. Se avete dubbi prendete un bicchiere, mettete un cubetto di ghiaccio e aggiungete acqua fino all’orlo. Lasciate sciogliere il ghiaccio e vedrete che l’acqua rimarrà al livello di partenza fino all’orlo senza straripare.
Questione differente la calotta polare della Groenlandia che si sta sciogliendo Invece per la calotta polare Antartica si tratta di ghiaccio su un continente. Se si sciogliesse l’Antartide allora si che influirebbe sul livello dei mari. Attualmente questa calotta è stabile e nell’emisfero sud i ghiacciai della Patagonia, come il Perito Moreno, sono in espansione.
Ma perché demonizzare il diossido di carbonio come fosse un gas inquinante? La vita è basata su questa molecola. Le piante con la fotosintesi, la assorbono come nutrimento secondo la reazione:
CO2 + H2O -> Glucosio + Ossigeno
Un aumento della CO2 determina anche l’aumento della velocità con cui le piante fanno la fotosintesi compensando in parte questo effetto. Noi animali restituiamo poi la CO2 “bruciando” il cibo con l’Ossigeno chiudendo così il ciclo del Carbonio.
Glucosio + Ossigeno -> CO2 + H2O
Senza CO2 le piante morirebbero e noi con loro.
I dati che abbiamo dicono che stiamo vivendo un periodo interglaciale con temperature tendenzialmente in aumento. Tutto ciò è già avvenuto innumerevoli volte. Certo, terre fertili potrebbero diventare deserti, e terre inospitali e gelide come la Siberia o il Canada settentrionale potrebbero diventare zone fertili e produttive. Negli USA, la Mesa Verde N.P. è un luogo dove potete osservare abitazioni rupestri precolombiane che i nativi americani abbandonarono prima dell’arrivo degli spagnoli a causa di un cambiamento climatico che portò un lungo periodo di siccità. Innumerevoli altri luoghi nel mondo testimoniano come i nostri antenati hanno dovuto adattarsi a tali cambiamenti.
Da quanto detto quindi sembrerebbe che la CO2 in aumento, sia in realtà l’effetto del riscaldamento e non la causa. Lo stesso vale per il vapore acqueo.
Analizziamo i due grafici:
Consideriamo la Terra 20.000 anni fa. Le temperature sono molto basse, circa 8 ºC al di sotto dei livelli attuali. Le basse temperature degli oceani determinano livelli altrettanto bassi di vapore acqueo in atmosfera, come di anidride carbonica la quale raggiunge livelli che sono la metà di quelli attuali. L’albedo della Terra è elevata a causa della presenza di una vasta copertura di ghiaccio in Europa e Nord America.
Tutti questi fattori avrebbero portato ad una ulteriore diminuzione delle temperature terrestri, (facendo queste diminuire ulteriormente la concentrazione di CO2 fino a un’era glaciale permanente). Le temperature, invece, cominciano ad aumentare rapidamente, senza che la CO2 sia il motore di questo processo essendo, in realtà, diminuita.
Come si può osservare da questo grafico pubblicato da IPCC, dal 1940 al 1980, nonostante l’esplosione dei consumi energetici con combustibili fossili e la conseguente emissione di CO2,, non vi è stato alcun innalzamento delle temperature, anzi vi è stata una leggera diminuzione. Per quale motivo si è andati per 40 anni in controtendenza? Nessuno ha saputo dare una risposta plausibile. E’ chiaro che tutto questo dovrebbe far nascere qualche scientifico nonché doveroso dubbio sui pilastri della teoria del riscaldamento globale di origine antropica e magari ad ammettere che sappiamo ancora molto poco di tutta questa materia prima di sparare apocalittiche previsioni.
Questo grafico permette di notare che dal 2002 al 2010 le temperature sono scese nonostante l’uomo abbia continuato a riversare CO2 nell’atmosfera.
L’attività degli alberi e in generale della vegetazione nell’assorbimento di CO2 risulterebbe maggiore di quanto ritenuto finora, a sostenerlo un gruppo di ricercatori della Wyoming University.
Stando alle elaborazioni fornite dall’università statunitense, pubblicate sulla rivista PNAS, la CO2 assorbita dalle piante risulterebbe maggiore in virtù dell’aumento della dimensione stessa della vegetazione, legata proprio all’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera. Un processo che porterebbe le foglie a trattenere quantità superiori di questo gas serra e per un periodo di tempo più esteso.
Secondo i ricercatori statunitensi la quantità di CO2 trattenuta dalle piante risulterebbe sottostimata dai precedenti studi nella misura del 16%. Una teorie che sembrerebbe spiegare, secondo l’ateneo USA, gli andamenti attuali nell’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera, inferiore rispetto alle previsioni sviluppate dai climatologi negli ultimi anni.
E che dire dello stretto rapporto tra l’attività solare (misurabile dal numero di macchie solari) e i minimi e massimi delle temperature con le rispettive mini ere glaciali degli ultimi 2000 anni? Sicuramente un altro elemento da approfondire se non si è dei fissati solo sulla CO2..
Un altro argomento astronomico che ha a che fare col clima è la differente durata delle stagioni tra emisfero nord e sud. In questo momento la primavera e l’estate nell’emisfero settentrionale durano quasi 7 giorni in più che in quello australe. Contate i giorni sul calendario dal 21 marzo al 23 settembre. Ciò è dovuto alla seconda legge di Keplero, ovvero la terra si muove più velocemente in perielio (gennaio) e rallenta in afelio (Luglio). Questo significa un maggior irraggiamento dell’emisfero nord e quindi un riscaldamento maggiore accentuato dal fatto che nel nostro emisfero abbondano i continenti che si scaldano più degli oceani. Ma questa situazione non durerà in eterno. Nel giro di circa 13.000 anni, la precessione degli equinozi porterà ad un rovesciamento della situazione con effetti imprevedibili.
A conclusione di queste riflessioni, quello che penso è che in un delirio di onnipotenza, noi vorremmo che il clima non cambiasse mai nonostante lo spostamento dei continenti, l’isostasia che li fa sollevare o abbassare, nonostante la nostra stella abbia cicli con diversa emissione di energia, nonostante lo spostamento degli equinozi, le eruzioni vulcaniche, alle correnti come il Niño e a un’ altra miriade di fenomeni che non sono sotto il nostro controllo.
Questi sono solo alcuni dei rilievi oggettivi che si possono muovere al gruppo di esperti sul clima dell’Onu (Ipcc) e alla loro teoria che sostiene senza che un ragionevole dubbio li sfiori, che la CO2 di origine antropica sia la causa di tutto. Se la scienza dell’IPCC non vuole essere una religione che si accetta per fede, apriamo le porte alla discussione.
Professor Riccardo Magnani, dottore in Scienze Biologiche e docente Chimica e Biologia più Scienze della Terra.