La Comunità Scientifica ha espresso molte preoccupazioni circa gli eventi meteo estremi che interessano da settimane la Groenlandia: la patria dei ghiacci dolci dell’emisfero nord, infatti, è da tempo alle prese con ripetute ondate di calore (ovviamente riportate alla climatologia del loco), che hanno fuso miliardi di tonnellate di ghiaccio (si parla di un passaggio di stato da solido e liquido, pertanto il termine corretto è fusione e non scioglimento).
A quelle latitudini in un clima “normale” la fusione dovrebbe interessare solo le coste, mentre nella zona centrale della Groenlandia (oltre 3000 metri) la temperatura non dovrebbe mai arrivare sopra lo zero, neanche in pieno luglio o agosto, in quanto il clima è esclusivamente polare: invece il meteo di luglio e agosto ha proposto e sta proponendo valori positivi anche in quei luoghi.
Ma come mai evento meteo così lontano dal nostro paese dovrebbe interessarci e soprattutto PREOCCUPARCI?
Innanzitutto, perché la sua fusione contribuisce ad aumentare il livello medio dei mari del mondo: in una giornata si sono sollevati di mezzo millimetro e aumentano di qualche millimetro l’anno.
Può sembrare un valore irrisorio, ma dopo anni e anni si parla di problemi gravi di inondazioni di città come Venezia, Miami, Bangkok, Dacca ecc.
In secondo luogo (e forse questo è il motivo più preoccupante) è che un trasferimento così massiccio di acqua dolce nell’Oceano Atlantico potrebbe modificare profondamente la dinamica atmosferica del continente nordamericano ed europeo, con mutamenti della Corrente del Golfo e delle acque superficiali e profonde che proporrebbero un meteo diverso rispetto a quello cui siamo abituati con conseguente possibile variazione dei cicli stagionali. È ancora molto prematuro per parlare di effetti, purtroppo ne sapremo di più nei prossimi decenni, quando oramai il cambiamento sarà irreversibile.