È possibile affermare che, nel medio periodo, l’Antartide abbia subito un riscaldamento, la cui curva ascendente è collocabile nella prima metà degli anni Settanta, oppure si è trattato di un’oscillazione inserita in un trend climatico più ampio e non ancora individuato? È ipotizzabile che l’inerzia termica indotta da una massa glaciale che l’U.S. Geological Survey stima in 30.109.800 chilometri cubi conduca a un raffreddamento sempre più accentuato, interrotto da qualche decennio in controtendenza?
La brevità temporale delle serie termometriche non permette di individuare un trend certo, mentre la vastità del continente, combinata alla scarsità delle basi permanenti e delle stazioni automatiche (la cui attendibilità, però, risulta più bassa), complica qualunque indagine complessiva. Al più, l’archivio meteorologico dei siti principali risulta rappresentativo della regione in cui essi sono ubicati. Per quanto riguarda il Plateau Antartico, per esempio, la curva media annuale di Amundsen-Scott mostra un andamento opposto a quello di Vostok di cui risulta molto difficile comprendere il motivo, aldilà del fatto che le basi sono separate da 1.260 km: il che testimonia come la componente geografica, nonché le differenze di albedo determinate dalla latitudine, possano giocare un ruolo fondamentale anche in condizioni ambientali pressoché identiche (Wendler, p. 267).
L’unica possibilità di inquadrare su una scala temporale più estesa l’evoluzione climatica d’una regione antartica è data dall’archivio della base argentina Orcadas, in funzione dall’aprile 1903. Se scomposta su base venticinquennale, la temperatura media annua mostra il seguente andamento:
1904-’28 -4,61 °C
1929-’53 -4,61 °C
1954-’78 -3,64 °C
1979-2003 -3,26 °C
Nella prima metà del Novecento dunque, si coglie una notevole stabilità, mentre nel cinquantennio successivo si assiste a una forte risalita, che non sembra avere soluzione di continuità (media 2004-’06: -2,87 °C). Se si volesse raffinare il passaggio tra la prima e la seconda metà del XX secolo, si può ricorrere a una media decennale che aiuti a individuare il momento di svolta:
1930-’39 -4,87 °C
1940-’49 -4,51 °C
1950-’59 -3,76 °C
1960-’69 -3,55 °C
1970-’79 -3,74 °C
1980-’89 -3,39 °C
1990-’99 -3,15 °C
Negli anni Quaranta il riscaldamento è già cominciato, anche se a suo tempo non fu ritenuto statisticamente significativo (Schwerdtfeger, p. 314); la dinamica di più lungo periodo evidenziata dalle medie decennali, invece, porterebbe a pensare che, durante l’Anno geofisico internazionale (1957-’58), la fase fredda volgesse al termine. Si nota un solo decennio in controtendenza (1970-’79), anomalo rispetto al trend finora individuato per il resto del continente. Ma proprio qui sta anche il nocciolo della questione: una base subantartica come Orcadas non può essere rappresentativa dell’intero clima antartico. Il che conduce a riconsiderare l’intero quadro alla luce del mezzo secolo di dati finora a disposizione.
Bibliografia:
W. SCHWERDTFEGER, The Climate of the Antarctic, in S. ORVIG (a cura di), Climates of the Polar Regions (World Survey of Climatology), Amsterdam, 1970, vol. 14, pp. 253-355.
G. WENDLER, Temperature Trends in Antarctica, in «Proceedings Sixth International Conference on Southern Hemisphere Meteorology and Oceanography» (Santiago, 3-7 aprile 2000), pp. 266-267.
Parte I: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16696
/>Parte II: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16713
/>Orcadas: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10546