È l’area più orientale del Plateau Antartico quella in cui si stanno registrando le temperature più basse in questa prima parte dell’inverno; in particolare, sono la base russa Vostok e quella italo francese Concordia a puntare con decisione verso i -80 °C.
Procedendo con ordine, va detto che, il 13 maggio, è stata la stazione automatica australiana di Dome Argus (4.084 m di quota, 77°32′ E) a far segnare il nuovo estremo stagionale: alle 1500 UTC raggiungeva infatti i -74,3 °C (dato sinottico), scavalcando i -74,2 °C toccati l’11 maggio a Concordia. Tuttavia, il 14 maggio, alle 1200 UTC Vostok (3.488 m, 106°48′ E) si portava a -75,1 °C (dato sinottico), mentre a Concordia (3.233 m, 123°24′ E) i termometri segnavano una minima di -75,7 °C; a Dome Argus era invece in atto una risalita, tant’è che alle 1200 UTC i sensori misuravano -67,8 °C. Col passare delle ore, sul tavolato di Dome C veniva quasi a cessare il vento e anche alla stazione automatica Dome C II (3.250 m, 123°22′ E), ubicata a qualche decina di chilometri da Concordia, si scavalcavano i -75 °C: esattamente -75,1 °C (1540 UTC). Al rilevamento delle 1600 UTC però, Concordia aveva già incasellato una nuova minima: -76,7 °C.
E al Polo Sud geografico, invece? La base Amundsen-Scott alle 1200 UTC segnalava -67,7 °C (dato sinottico: -66,7 °C); alle 1800 UTC tuttavia, i termometri erano risaliti a -58,0 °C mentre a Vostok rimanevano ancorati a -75,0 °C.