Tantissimi lettori ci hanno sommerso di domande legate all’Alta Pressione termica di matrice russa (ad alcuni nota con la denominazione di Orso Russo-Siberiano): tutti vogliono sapere che fine ha fatto! Effettivamente la vena estremamente freddofila, di una parte di coloro che ci seguono quotidianamente, è messa a dura prova in quest’inverno che stenta a decollare. Le caratteristiche dell’alta pressione termica continentale sono legate al fatto che la sua genesi si deve all’accumulo progressivo di aria gelida nei bassi strati ed è per questo che queste figure anticicloniche sono contrassegnate da temperature particolarmente rigide al suolo, dove si possono misurare valori barici di oltre 1060-1070 hPa.
La neve ed il gelo, nei sogni coltivati dai più inguaribili ottimisti, non possono precludere dalla presenza della mitica alta pressione termica siberiana, protagonista indiscussa dei grandi inverni del passato. Sogni che purtroppo restano quasi sempre illusioni, in quanto ben sappiamo le note difficoltà di tale anticiclone a propagarsi verso ovest, una vera rarità che costituisce pertanto un evento. Il bacino d’influenza del mitico Orso Russo-Siberiano in genere si concentra soprattutto fra le steppe siberiane e la Mongolia e solo quando si trova uno schema favorevole riesce ad espandersi in direzione della Russia Europea.
Quest’inverno non sembra propriamente adatto per le espansioni ad ovest dell’alta pressione termica, al momento rintanata così ad est sul settore asiatico da non influire minimamente nemmeno sullo scenario meteo russo. Ma perché l’Orso rimane nella tana? La colpa è ancora una volta del Vortice Polare così forte e compatto, che porta ad un incessante flusso zonale scarsamente ondulato a medie-alte latitudini lungo tutto l’Emisfero Boreale. Considerando che per correnti zonali intendiamo i tipici venti occidentali in scorrimento lungo tutta la colonna atmosferica, si intuisce molto bene come le potenzialità retrograde dell’alta pressione termica siberiana vengano totalmente inibite.