L’insorgere di un’onda dinamica, bolla d’aria stabilizzante, è una prerogativa molto frequente nel settore della media e bassa Europa. Essa non ha limiti stagionali e si presenta a fasi alterne, anche talvolta persistenti, in quasi tutti i periodi dell’anno. Molto più tenace nel periodo estivo, variabile e non persistente in quello invernale.
Essa trae origini dalle interferenze di matrice sub tropicale che, per diverse disposizioni dei cavi d’onda, riescono a guadagnare in maniera anche stabile la nostra Penisola. Solo fattori contingenti e causati da strutture bariche le cui ondulazioni si presentano molto marcate. Un’onda dinamica non è sovente indice di grande caldo, ma spesso provoca, secondo la locazione e la struttura che assume, delle avvezioni molto fredde o molto calde. Quindi una fase dinamica, quando assume configurazioni molto allungate, si ipotizza come dinamica dai caratteri freddi.
Importante e fondamentale è il decifrare se la suddetta fase è sorretta, quindi enfatizzata, da onde termiche. Se tale struttura trova anche una componente vettoriale di origine nord africana, possiamo dire che “la fusione” dei due elementi può far scaturire periodi di grande caldo. La persistenza di tale “geometria atmosferica” indica con molta probabilità che il Mediterraneo sarà soggetto ancora ad una fase di compressione adiabatica (movimento dell’aria dall’alto in basso e compressione nei medio e bassi strati dell’atmosfera). Se a ciò si somma anche una onda termica, il risultato che ne otteniamo, risulta molto “amplificato” e spesso dissonante dalle prerogative climatiche medie. Non mi pare ciò la condizione attuale e futura.
Quello che stiamo attualmente “vivendo”, nonostante le temperature “over trend”, non si può attribuire al connubio delle dette due componenti, ma a fattori orografici ristretti ad aree geografiche che subiscono tale impatto. Quindi non possiamo assolutamente dire che siamo in una situazione pseudo estiva o anomala, ma che vi sono delle componenti, molto marcate, e localizzate di zona in zona. Diverso sarebbe se l’attuale struttura fosse accompagnata da un “possente” onda calda proveniente dal basso Mediterraneo.
Molto diversa si prospettò la situazione alla fine di aprile del 2003, quando un’onda termica, molto rilevante, andò a amplificare e formare una equivalente disposizione dinamica dai caratteri molto persistenti.
Quello che potrebbe riservarci il futuro, aldilà dei clamori dei media, potrebbe essere una “veloce alternanza” a questa situazione preesiste. Non si segnalano, attualmente componenti (onde termiche) di particolare rilievo, ma solo strutture bariche prolungate nel tempo. Il futuro indica, in una maniera molto trasparente che questo mancato “connubio” verrebbe a fallire e ci pone, dal punto di vista osservativo, in una decrescete attività diabatica (compressione) che potrebbe essere sostituita da ben altre configurazione (esempio Scandinavian Patter), il quale potrebbe far precipitare la situazione verso una netta controtendenza.
Il caldo che, senza tanti panegirici altrimenti si scivola nella interpretazione personale, stiamo vivendo non ha assolutamente caratteri di persistenza, ma è riconducibile ad una “pressante” situazione dalle prerogative esclusivamente dinamiche. Non si segnalano “onde termiche”, nella loro peculiarità, affatto insidiose. Un trend che vedrebbe l’ultima decade del mese e gli inizi del prossimo, verso una graduale “perdita di efficacia” circa le presenti configurazioni bariche.