In questi giorni, i vari mass media popolano i palinsesti di informazione su come sarà il futuro del Clima, si discute di siccità, si fanno previsioni per la prossima estate. C’è anche chi propone la previsione di un giugno che sarà molto caldo, persino peggiore del 2003.
L’argomento clima entra nelle nostre case da TV, Radio, giornali, Internet, se ne parla in ascensore, nell’autobus, dal medico. La gente è improvvisamente interessata dal tempo che farà. Quando esco di casa, al telefono, per e.mail, la domanda è la solita, che tempo farà nei prossimi giorni e non manca il commento al Clima. Su questo argomento c’è molta convinzione sull’efficacia delle previsioni stagionali, non mancano teorie che derivano dalla miscela di notizie sentite e lette.
Il tempo quotidiano preoccupa, inquieta. Sarà pur vero che l’inverno 2005 portò freddo e neve, che quello 2005/2006 fu eccezionalmente nevoso, ma non in tutto il Pianeta fu così. Poi sono seguite le ultime stagioni, insolitamente calde ed asciutte, ad alimentare la preoccupazione, l’allarme.
L’interesse per il clima dilaga in tutto il Pianeta, i giornali dei Paesi a lingua spagnola, già da anni diffondono notizie preoccupanti: si parla di temporali sempre più violenti, di tornado, di super grandinate. In Argentina le grandinate di questi ultimi anni sono state le più violente e frequenti a memoria d’uomo. La stessa Buenos Aires, ma anche altre grosse città come Rosario, hanno fatto i conti con autentici bombardamenti di ghiaccio dal cielo. Disastri ci sono stati in Bolivia, ed appena ieri in Messico.
La grandine produce danni ingenti alle cose, decima le colture agricole di Paesi dove l’economia prova a risollevarsi dalle crisi economiche del passato.
La preoccupazione sul clima interessa tutti, anche i tedeschi: nel 2006 numerose città furono investite da grandinate indescrivibili, con danni alle case, alle auto, ai beni, all’agricoltura. Ma i germanici sono rapidi nel riprendersi, la loro economia non soffre quanto l’Italia del cambio climatico, anzi, l’aumento della temperatura di questi anni viene apprezzata da gran parte della popolazione ed in agricoltura.
Il clima del nostro Pianeta ha da sempre avuto marcate oscillazioni, tanto che solo qualche migliaio di anni fa, dove oggi c’è il deserto del Sahara si poteva stare all’ombra dei boschi. Mezzo millennio fa in Inghilterra si coltivava la vite, ma poi seguirono lunghi episodi di grande gelo, come quello della Piccola Era Glaciale, iniziata tra Medio Evo e Rinascimento e durata sino alla fine dei XIX secolo.
E’ apprezzabile l’interesse alle tematiche del Clima della Società Contemporanea, perché impone comportamenti più rispettosi del Pianeta. Però, alle volte talune notizie possono procurare ingiustificati allarmi: si dice che il prossimo giugno sarà più caldo del 2003. La notizia ormai dilaga ed i lettori del MeteoGiornale domandano chiarimenti.
Sovente negli articoli del nostro quotidiano, avete letto i commenti alle previsioni stagionali di questo o quel Centro di Calcolo. In questi anni, i maggiori Centri di Calcolo del Pianeta hanno lasciato trapelare dati e stime sul clima della successiva stagione, ed abbiamo riscontrato che tali previsioni hanno una bassissima percentuale di affidabilità. E’ una scienza agli albori, ogni proiezione presentata alle masse andrebbe accompagnata dalla dicitura che indica che le previsioni sono sperimentali ed a bassa predicibilità. Diciamo di affidabilità decisamente molto sotto il 50%, in genere del 10/20%, ovvero un’entità da cui dedurre che alle previsioni stagionali non dobbiamo credere ciecamente.
Però, come tutte le nuove scienze di calcolo, siamo tenuti ad essere fieri ed attenti ai progressi fatti, in quanto un salto di qualità dal 10% al 20% dell’affidabilità è sempre frutto di risorse umane altamente preparate.
Quotidianamente, in medicina ed in farmacia si fanno scoperte, ma per fare uso di ogni nuovo protocollo o farmaco trascorreranno anni di test. La scienza del clima necessita di studi per crescere in affidabilità. Solo nel momento in cui la qualità della previsione salirà oltre il 50% potremo utilizzare questi potenti strumenti per pianificare con autonomia le nostra attività, la vita. Attualmente le previsioni dopo il 10° giorno rasentano insuccessi anche del 90%. Quelle stagionali, si presentano con una risoluzione molto inferiore e non hanno una migliore sorte.
Una considerazione sulla notizia: Giugno è un mese dell’anno molto caldo, se proseguirà il trend climatico di questi mesi, la possibilità che quel 10/20% di affidabilità delle previsioni si realizzi è buona. Vi sono molteplici elementi che farebbero ipotizzare che il giugno 2007 sarà un mese molto caldo. Però, mi permetto di rammentare che le stime su come sarà l’imminente Maggio 2007 sono già oggetto di contrastanti discussioni, pensare a Giugno è quasi fantascienza, anche se in virtù dei rischi che ci potrebbero essere durante eventuali ondate di calore, adottare da subito politiche di prevenzione è la più saggia scelta.
Le previsioni sul Clima sono un eccellente strumento da usare per pianificare i rischi nel tessuto sociale e nell’economia. Anche se attualmente le previsioni stagionali hanno una bassa affidabilità, potrebbero rivelarsi uno strumento essenziale per le prossime generazioni, al fine di individuare gli estremi delle fluttuazioni del Clima del nostro Pianeta e progettare metodi di difesa.