Il picco anticiclonico atlantico a 1031 hPa è impuntato in pieno Oceano. La sua resistenza è strenua. Gli attacchi sono molteplici. Da nord-ovest insiste perenne il punteruolo nordatlantico organizzato con diverse depressioni superiori ai 1000 hPa. Da nord si mostra sempre più efficace l’organizzazione depressionaria scozzese a 987 hPa, che, in veloce discesa meridiana, logora la parte settentrionale anticiclonica facendosi spazio attraverso il Canale della Manica. Da sud subentra una leggera depressione nordafricana a 1010 hPa in fastidiosa risalita.
Sul Mediterraneo si possono notare le due depressioni mobili a 998 e 997 hPa che hanno infastidito l’Italia durante la giornata di ieri. I venti occidentali velocizzano il loro transito verso la Penisola ellenica.
Imponente a nord-est la voragine ciclonica russa a 984 hPa. Fucina di freddo e pioggia, allunga il suo braccio occlusivo sopra i cieli ucraini, colpendo alle spalle le aree del Mar Nero.
Il deciso affondo frontale freddo del Mare del Nord viene evidenziato dalla fitta coltre nuvolosa intenta ad abbracciare il Benelux, la Francia e la Germania. La superficie anticiclonica viene innalzata da questa intromissione di aria fredda, innescando forti scontri di massa generanti rovesci sparsi. Questa nuvolosità si spinge sino alla catena alpina, affacciandosi sulle Regioni settentrionali italiane, liberate dall’instabilità della giornata di ieri.
Evidente è lo spostamento della bolla ciclonica meridionale verso le coste elleniche, intentando un’unione con il deciso affondo occlusivo provocato dalla voracità gelida baltico-russa di forma serpentina.
La Penisola Iberica viene ancora difesa dallo scudo anticiclonico azzorriano, ma dal Mare del Nord le propaggini instabili ne iniziano la lenta disgregazione.