XAVER AL CAPOLINEA – La super tempesta, che ha spazzato diverse parti dell’Europa negli ultimi giorni, si è ormai attenuata e spostata sulle nazioni orientali del Continente. Possiamo quindi tracciare un bilancio finale di quella che è stata un’autentica bomba meteorologica con venti da uragano, che in qualche caso hanno raggiunto picchi prossimi ai 200 km/h in varie zone dalla Scozia e Norvegia fino alla Germania. La situazione non è tornata del tutto alla normalità, dopo la scia di distruzione: l’erogazione dell’energia elettrica risulta ancora a singhiozzo sulle aree più colpite. Pesante anche il numero di vittime connesse alla tempesta, almeno 11. Dicevamo che il profondo vortice perturbato, ora sulla Russia Europea, si è in parte indebolito, ma resta però vivo l’afflusso d’aria artica che scorre dalla Scandinavia verso i settori centro-orientali del Continente, producendo la persistenza di gran freddo invernale fino alle medie latitudini: dopo un periodo caldissimo, almeno sull’Est Europa la nuova stagione rigidia è ormai pronta a decollare.
ANTICICLONE STRIZZA L’OCCHIO ALL’ITALIA – Il nostro Paese, come abbiamo più volte ribadito, è rimasto pressoché fuori dal raggio d’azione della memorabile tempesta che ha imperversato in altre parti d’Europa. Il bordo più periferico (le briciole di Xaver) ha comunque lambito le Alpi Orientali e masse d’aria più fresca da nord si sono riversate in particolare lungo l’Adriatico, producendo in questo frangente un momentaneo calo termico ed un lieve peggioramento con nuvolosità marittima da contrasto termico che si è ora concentrata sui mari più meridionali. Altre nuvole essenzialmente innocue, sempre dovute alla presenza di una circolazione di correnti settentrionali (umide nei bassi strati), si addossano verso le due Isole Maggiori. Queste relative azioni di disturbo proseguiranno ancora fino all’Immacolata, approfittando del fatto che l’anticiclone, pur non facendo mancare il proprio influsso stabilizzante, ha parzialmente arretrato il proprio baricentro ad ovest, risultando più solido tra la Penisola Iberica e la Francia.