E’ un turbinio complesso, questa situazione barica che vede sul continente europeo la persistenza di due possenti anticicloni, uno ad ovest sull’oceano, e disteso verso i meridiani, ma sempre attento nel tentativo di estendere la sua influenza verso est, l’altro ad oriente, con l’intenzione di voler avanzare verso ovest, entrambi protesi nel tentativo di darsi una mano pronti a fondersi in un ponte nordeuropeo, ma ostacolati nel tentativo da un possente Vortice Polare che braccato dalle figure altopressorie e deciso a non darla vinta, forza la loro unione per incunearsi tra i due e gettare le sue basi sul continente, approfittando del canale ancora aperto lasciato dalla profonda depressione mediterranea che considerata ormai in allontanamento verso levante, ci riserva invece una sorpresa fino a ieri non prevista.
Molta carne al fuoco quindi, prima di tutte, la nostra area ciclonica che per giorni ha causato un intenso peggioramento che soprattutto sul medio adriatico ha lasciato il segno, nelle aree appenniniche di Marche ed Abruzzo dove la neve è caduta copiosa come la cronaca ci racconta, e che data in traslazione graduale verso levante, ci regalerà un ritorno di fiamma, retrogredendo dietro la spinta in quota di goccia fredda che dall’area centro orientale europea si posizionerà sul Tirreno, approfondendo la depressione al meridione, con nuovo peggioramento al centro sud, maggiormente sulle aree orientali, ma non si esclude qualche nevicata anche su Lazio e Campania, almeno fino a domenica, con conseguente continuo afflusso freddo orientale e diminuzione termica annessa.
Da lunedì il modello vede il procedere verso levante della figura altopressoria oceanica che distenderà un cuneo sulle regioni occidentali e settentrionali italiane, pur restando i suoi massimi di pressione in pieno oceano.
Il suo asse si posizionerà con direzione sud-nord, il ponte anriciclonico con l’alta russa cederà, permettendo al Vortice Polare assai profondo, di gettare una saccatura verso sudest, coinvolgendo i paesi balcanici, mente l’Italia e il bacino centro occidentale del Mediterraneo resterebbero protetti dal cuneo anticiclonico, che comunque lascerebbe scoperto il lato adriatico della penisola ed il sud, dove l’afflusso di correnti orientali fluenti dalla depressione artica, provocherebbe un nuovo ritorno di deboli nevicate dopo una breve pausa.
Le temperature comunque da lunedì subirebbero un aumento non consistente, dovuto più che per altro per la cessazione della componente continentale dell’aria in favore del flusso artico, relativamente più mite.
La situazione comunque presenta molti punti oscuri sia nel medio che nel lungo termine, quindi da prendere con le dovute cautele, visto già il vistoso cambiamento per il week-end prossimo, che ha stravolto le previsione anche del breve termine.
Inutile quindi proiettarsi oltre le carte, in possibili scenari che già per l’inizio della prossima settimana sono pieni di incognite evidenziate dalla non univocità nelle proiezioni modellistiche.
Una situazione ingarbugliata che ha messo a dura prova i previsori, ma che seppur non in maniera epidemica ha portato a situazioni di vero crudo inverno (Marche e Abruzzo) e che prospetta nel breve un sicuro quadro termico freddo e ancora nevoso per le aree già duramente colpite da abbondanti nevicate.