Quando abiti in un paese di montagna è quasi inevitabile che molti dei più bei i ricordi dell’infanzia siano legati a fenomeni atmosferici spettacolari ed allo stesso tempo affascinanti come possono essere ad esempio le lunghe ed interminabili serate invernali sotto la nebbia, passate davanti al camino acceso. Ma quando si parla di Inverno e di ricordi affascinanti il pensiero corre subito ed inevitabilmente alla neve, quanto di più magico la natura possa riservare. Quando tutto diventa ovattato ed allo stesso tempo sprezzante, il paesaggio si fa di colpo fiabesco regalando grandi e profonde suggestioni, ricordi che rimangono indelebili per sempre, anche quando la vita ti porta per motivi diversi, lontano dagli affetti di sempre.
Nascere e vivere in Aspromonte, ed in particolar modo a Bova in provincia di Reggio Calabria, vuol dire avere con la neve un rapporto di amore viscerale. Un tempo la dama bianca da queste parti, a dispetto delle latitudini, non si faceva certo desiderare. Le modificazioni climatiche degli ultimi venti anni non hanno risparmiato però neanche questo lembo di Calabria, anzi se è possibile si tratta di uno dei posti dove l’aumento di temperatura si è dimostrato più tangibile. Anche se in modo sempre più fugace, a Bova la neve fa comunque ogni anno la sua comparsa (siamo sempre a 915 metri d’altezza) regalando paesaggi magici ed emozioni forti. Da circa un ventennio però le abbondanti nevicate, tipiche degli inverni aspromontani, si verificano, secondo statistiche, con cadenza almeno quinquennale. Dieci, quindici, a volte venti o venticinque cm. di accumulo al suolo, questa è la norma degli ultimi anni. Ma per ritrovare l’ultima importante nevicata, non dobbiamo tornare molto indietro con la memoria, basta andare al 30 Gennaio 1999.
Sono le dieci e trenta di sabato 29 Gennaio quando su Bova e dintorni comincia a nevicare copiosamente, fiocchi grandi, gonfiati dal sale marino, è quella che da queste parti chiamano neve di scirocco. Il clima ormai da qualche giorno è freddo, molto freddo, da circa una settimana il termometro non sale sopra i tre gradi neanche di giorno. Poco più di un’ora di nevicata, e già la circolazione stradale è bloccata. Temperatura intorno ai -2°C e serata che trascorre fra il ghiaccio ed il biancore della neve che illumina a giorno uno dei borghi più suggestivi dell’intera Regione. La giornata di domenica trascorre senza alcuna precipitazione, con uno splendido sole che a fatica cerca di riscaldare i tanti gitanti della domenica giunti in cima all’Aspromonte per godere dello spettacolo.
Ma chi a Bova ci è nato ed è cresciuto, ha imparato a conoscere il tempo, da queste parti incredibilmente mutevole, è sa bene che qualcosa presto accadrà. Pare strano che la fugace sfuriata del giorno prima sia stata la fine di tutto. Domenico è un anziano di Bova, un ottantenne che di nevicate colossali ne ha viste a iosa. “Compare Mico, cosa dite ha smesso di nevicare per ora? Figghiu si rriva ddu tempu chi si preparau a levanti faci tanta la nivi chi non scuagghia mancu pe Aprili” “Figlio! se arriva da noi quel tempo minaccioso da levante farà tanta di quella neve che non squaglierà neanche per Aprile”.
Ore 18:30, e cominciano a cadere i primi fiocchi di quella che sarà una delle nevicate più fitte e violente degli ultimi vent’anni. Sono le quattro del mattino, e la neve continua a cadere senza sosta da ormai da otto ore. Al risveglio, più che a Bova sembra di essere a Cortina, l’Aspromonte come le Alpi. Al suolo ci sono ben 70 cm di neve fresca. Solo una ruspa messa a disposizione dall’amministrazione comunale riesce a tracciare una pista che permette ai mezzi muniti di catene di transitare. A bordo strada la neve ammassata dalla pala meccanica sfiora il metro d’altezza, e quindici giorni dopo, complice un periodo incredibilmente freddo, non è ancora scesa sotto la soglia del mezzo metro. La neve scomparirà completamente dal centro abitato solo i primi giorni di Marzo. Alle spalle del paese, sui Campi di Bova a 1300 metri di quota non si transiterà fino a metà Aprile. In giorni come quelli che stiamo vivendo (è ormai Novembre) con il termometro fermo incredibilmente oltre i venticinque gradi, pare impossibile una svolta che si possa avvicinare anche lontanamente ai famosi e rigidi inverni bovesi, ma le statistiche e l’esperienza degli anziani (compare Mico insegna) vanno contro i soliti fatalismi tipici da sindrome desertificazione, dunque niente paura, anche se con un po di ritardo l’Inverno arriverà, e chissà che non sia un altro fantastico 1999.