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Negli ultimi giorni un’alta pressione sub-tropicale si è insediata sull’Europa sud-occidentale portando al tramonto della fase di tempo perturbato sull’Italia

di Michelangelo Nitti
03 Gen 2005 - 12:07
in Senza categoria
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Mappa GFS di analisi della circolazione nord emisferica. Fonte: https://grads.iges.org/pix/hemi.fcst.html.
Le metamorfosi in atto nella circolazione emisferica boreale ricalcano il trend iniziato alla fine di dicembre. Le proiezioni del modello GFS confermano la tendenza all’attenuazione del flusso zonale e all’incremento del disturbo meridiano sia nella troposfera che nella stratosfera.
Inoltre, il vortice polare stratosferico, ancora molto intenso, è destinato ad affievolirsi e ad assumere forma ellittica, con moderato “split” nel medio termine alle quote più basse.

Sembra proprio che la circolazione stratosferica della seconda metà dell’inverno climatico intenda assumere caratteristiche opposte a quelle della prima metà e questo a causa della graduale accentuazione degli impulsi caldi diretti verso l’Artico, che inducono un incremento del disturbo meridiano del vortice.
Nel medio termine il disturbo principale giungerà dal comparto pacifico; nel lungo termine, anche dal comparto euro-atlantico, mentre s’intensificherà quello pacifico a causa di marcate pulsazioni calde d’origine asiatica. Ne risulterà una frattura sempre più netta del “polar vortex”.

Nella carta nord emisferica del geopotenziale di 500 hPa, relativa alle ore 00 utc di oggi, fa bella mostra di sé una potente “onda di Rossby” quasi stazionaria sul Pacifico centro-orientale.
Alcuni giorni fa avevo fatto notare come l’arretramento dell’onda planetaria posizionata poco ad ovest del Nord America, favorito dalle anomalie termiche del Pacifico centro-orientale, potesse indurre alla rapida crescita di un grande promontorio bloccante, con successiva penetrazione nell’Artico. L’avverarsi di questa predizione, in linea con le passate previsioni del modello GFS, rende molto credibili le attuali proiezioni a medio-lungo termine del modello americano.

Lo sviluppo di potenti disturbi meridiani e la tendenza a “wave2 pattern”, soprattutto nell’alta troposfera e nella stratosfera, non avverrà in modo tranquillo.
Il numero e la posizione delle grandi onde planetarie risonanti sono regolati dall’estensione e dall’energia del flusso zonale occidentale. Inoltre, lo sviluppo di queste onde e la tendenza alla quasi-stazionarietà, può essere favorito o disturbato da forzature termiche ed orografiche. Anche i “forcing” d’origine tropicale, seppure molto indeboliti durante l’inverno boreale, possono indurre delle alterazioni nella circolazione emisferica.
Negli ultimi 4-5 giorni il disturbo tropicale si è palesato soprattutto sull’Europa sud-occidentale e nell’Atlantico ad ovest del Portogallo, portando al tramonto della fase di tempo perturbato sull’Italia.
La graduale penetrazione nell’Artico del promontorio anticiclonico pacifico ha causato lo slittamento verso il Nord Atlantico del vortice freddo dell’Arcipelago Canadese. Tra questo vortice freddo e l’intensa alta pressione sub-tropicale a sud, si è sviluppata una pronunciata banda di correnti occidentali alle latitudini medio-alte dell’Oceano Atlantico e dell’Europa occidentale. Il vigoroso “jet stream” del fronte polare inibisce lo sviluppo di “blocking” a grande ampiezza e ad asse verticale sul comparto euro-atlantico, cosicché la tendenza a “wave2 pattern”, implica la crescita della seconda onda planetaria risonante più ad est.
In effetti, nelle previsioni GFS a medio termine, si nota la tendenza a sviluppo di una seconda “onda di Rossby” semi-stazionaria più ad est, ancorata al “forcing” orografico tibetano.

L’altopiano del Tibet (insieme ai grandi complessi montuosi dell’Asia centrale) si trova a latitudini relativamente basse e induce disturbi nel flusso zonale occidentale prevalentemente nel periodo più freddo dell’anno, quando i “westerlies” raggiungono la massima estensione. Nel corso del monsone estivo i “westerlies” corrono molto più a nord del Tibet e risentono pochissimo l’influenza dell’orografia asiatica.
Durante il monsone invernale, invece, la corrente a getto sub-tropicale corre generalmente a sud del Tibet, mentre quella del fronte polare, che scorre prevalentemente poco a nord dell’altopiano, subisce gli effetti del “forcing” orografico.
Però, in presenza di un grande “blocking” pacifico, il “forcing” tibetano non risulta in fase con la seconda onda risonante in una circolazione a due onde planetarie. Inoltre, questa forzatura è avversata da quella d’opposta polarità indotta dal freddo continente asiatico.
Di conseguenza, col graduale indebolirsi del flusso zonale troposferico e stratosferico, una potente onda risonante, fusa con l’HP sub-tropicale del Sud Europa, dovrebbe riuscire ad aver la meglio su quella asiatica.
In realtà, il modello GFS prevede, nel lungo termine, lo sviluppo di questa nuova configurazione, molto più stabile. Se tutto ciò si dovesse avverare, si realizzerebbe, dopo il 16-17 gennaio, la saldatura nell’Artico dei promontori anticiclonici bloccanti dell’Europa e del Pacifico, con totale scissione del vortice polare.

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