Nello scacchiere della circolazione atmosferica a scala continentale, consolidando un trend già avviato da almeno un decennio, si presentano sempre piu’ frequentemente configurazioni bariche ad indice NAO positivo. L’inverno sull’Italia, in effetti, sembra sia cambiato negli ultimi anni: piu’ secco al Nord, piu’ nevoso su gran parte del Centro-Sud.
Gli ultimi dati in nostro possesso, che giungono dai principali centri di calcolo internazionali, ripropongono prospettive, per certi versi, ripetitive.
Focalizziamo la nostra attenzione sull’ imminente e vistosa espansione dinamica meridiana dell’Anticiclone Sub-Tropicale Oceanico fin verso la Groenlandia, che andrà a generare un campo di alta pressione con tenace azione di blocking al flusso atlantico.
Sovente tali grandi manovre sinottiche, operate da promotori barici di simili dimensioni, evolvono in inevitabili cut-off, generando vasti vortici anticiclonici e dando luogo dunque alla classica struttura barica dell’alta pressione di chiusura.
Sarà così anche in questa circostanza, in concomitanza con quanto accadrà nella giornata di Lunedì, allorquando, in corrispondenza della superficie isobarica di 500 hPa, una cellula di 590 gpdam si isolerà ad ovest della Gran Bretagna, costringendo il ramo principale della Corrente a Getto Polare, in fase di brusca decelerazione in pieno Altantico, ad aggirare l’anticiclone in prossimità della Groenlandia e ridiscendere bruscamente di latitudine, irrompendo sul Mediterraneo centrale.
Assisteremo ad una profonda ciclogenesi proprio sul bacino del Mare Nostrum, con formazione di un minimo barico al suolo tra l’Adriatico ed i Balcani, in grado di richiamare venti molto freddi su tutta la penisola, che riporteranno abbondanti nevicate al Sud e su parte delle regioni centrali.
Tale circolazione atmosferica a scala continentale, caratterizzata da un bassissimo indice zonale, seguiterà ad insistere ancora per diversi giorni.
Alcune elaborazioni dei modelli fisico-matematici propendono, addirittura, per l’aggancio dell’Anticiclone Oceanico con quello di natura termica in fase di consolidamento a nord della Russia.
Quest’ultima probabile manovra “bloccherebbe” il vortice ciclonico nel cuore del Mediterraneo, ostacolandone la sua traslazione verso Levante e rialimentando, dunque, la circolazione depressionaria preesistente.