Avevamo lasciato Nabi alcuni giorni ancora in pieno Oceano Pacifico, quando le previsioni lo davano diretto verso Okinawa. Ma non è andata così. Nabi ha cambiato rotta e si è diretto verso l’isola di Kyushu, degradato a categoria 3 ma accompagnato ugualmente da venti molti forti, oltre i 200 km/h, secondo le ultime notizie ha causato la morte di almeno 11 persone e decine di migliaia di sfollati. Le piogge che hanno accompagnato il tifone sono state torrenziali tra i giorni 4 e 5 settembre: 532 mm di pioggia sono caduti a Miyazaki, 402 a Tanegashima, 296 a Shimizu, 264 a Oita, 231 a Minamidaitojima, 205 a Kagoshima, e in molte altre località si sono superati i 100 mm di accumulo.
Attualmente Nabi si presenta come tempesta tropicale sul Mar del Giappone, con un minimo di pressione a 985 hPa, venti sostenuti che sfiorano ancora i 100 km/h e onde oltre i 4 metri di altezza, e sta seguendo una traiettoria che lo porterà ad incontrare la parte occidentale dell’isola di Hokkaido entro domani sera, dove potrebbe ancora causare forti piogge e relativi smottamenti del terreno nella zona attorno al città di Sapporo.
Nel frattempo nell’Oceano Pacifico si è formata una nuova tempesta tropicale: Khanun, questo il suo nome, si trova in mare aperto a 13°N, 133.7°E, accompagnato da venti sostenuti a 100 km/h, raffiche fino a 130 km/h, onde oltre i 6 metri. Nel suo movimento verso nord ovest sembra attualmente che possa fare “landfall” tra il 10 e l’11 settembre sull’isola di Taiwan, già recentemente sconvolta da Talim.
Segnaliamo infine la possibile formazione di un nuovo ciclone tropicale entro le prossime 24 ore nell’Oceano Indiano a sud di Sri Lanka. Vedremo nei prossimi giorni se si sarà effettivamente formato.
Anche in Atlantico la stagione si sta presentando particolarmente attiva. Nessun uragano è attualmente segnalato, ma ben tre sono le tempeste tropicali: Maria, Ophelia e Nate.
Maria si trova in pieno Oceano Atlantico, tra le Isole Bermuda e l’Arcipelato delle Azzorre, a 35°N di latitudine, 53°W di longitudine, accompagnata da venti sostenuti a 100 km/h e con un minimo di pressione di 994 hPa. Si sta muovendo verso est/nord-est alla velocità di circa 24 km/h. Diventerà un ciclone extratropicale quando si troverà tra le Azzorre e Terranova e continuerà a muoversi verso nord est in direzione dell’Europa, unendosi quindi forse al flusso zonale delle medie latitudini.
Ophelia preoccupa più di Maria. Tale tempesta si sta muovendo infatti parallalemente alla costa orientale della Florida dove è stata diramata un’allerta, mentre l’allerta è da poco cessata per le Bahamas. Attualmente Ophelia si trova circa 165 km ad est di Cape Canaveral, con venti sostenuti a 65 km/h. Potrebbero essere notevoli gli accumuli di pioggia nelle prossima ore nel nord Florida e nel sud Georgia, fino a 200 mm. Stando alle previsioni attuali la tempesta nei prossimi giorni dovrebbe rimanere quasi stazionaria e intensificarsi ma senza diventare uragano, continuando ad interessare Florida nord-orientale e Georgia sud-orientale.
L’ultima tempesta di cui ci occupiamo è Nate. Attualmente Nate si trova circa 420 km a sud/sud-ovest di Bermuda, con una pressione minima di 990 hPa e venti sostenuti a 110 km/h. Il servizio meteo di Bermuda ha emanato un avviso di attenzione per il probabile passaggio di Nate sopra tale isola che stando alle previsioni attuali dovrebbe avvenire tra giovedì 8 e venerdì 9 settembre con venti sostenuti che potrebbero raggiungere i 150 km/h e raffiche fino a 185 km/h. Successivamente Nate nel suo movimento verso nord est dovrebbe rapidamente diventare un ciclone extratropicale.