L’Alta Pressione scandinava e quella che lambisce la Penisola Iberica restano separate da un vasto corridoio perturbato, ove si protende l’azione umida ed instabile di matrice oceanica. Le sorti meteo su gran parte del Continente restano pertanto ancora nelle mani di un’area di bassa pressione, il cui perno principale si trova in prossimità delle Isole Britanniche.
Un nucleo ciclonico secondario, posizionato ieri sulla Francia, è stato veicolato dal flusso occidentale verso le regioni settentrionali italiane, ove ha fatto pertanto intrusione una massa d’aria fredda ed instabile in quota (isoterme di circa -25°C a circa 5500 metri d’altitudine). Lo spostamento verso levante del nocciolo depressionario ha creato le premesse per l’ulteriore allargamento della fascia perturbata verso la Penisola Balcanica ed il Mar Nero (terzo nocciolo di bassa pressione).
L’Italia è reduce dall’interessamento dell’intenso fronte perturbato e delle correnti meridionali ad esso associato, i cui effetti sono stati ben maggiori al Nord, ove si sono avute precipitazioni persistenti che hanno fatto salire non poco il livello dei fiumi e dei laghi. Non sono mancate esondazioni con allagamenti più gravi sull’alessandrino (ove vi era stata l’evacuazione precauzionale di migliaia di persone) e sul piacentino. Sotto stretta osservazione i principali corsi d’acqua, tra cui il fiume Po che ha superato il livello di guardia su diverse zone e la cui onda di piena sta attualmente transito sull’Emilia.
Fortunatamente sono cessate le piogge persistenti anche sul Triveneto (ultima area più colpita dagli intensi fenomeni), ma le condizioni meteo restano ben lontane dalla guarigione e la notevole vivacità temporalesca odierna ne è pienamente la prova. Già dal mattino diversi temporali stavano colpendo la Riviera di Levante e l’entroterra ligure, ma col trascorrere delle ore le celle convettive si sono sviluppate in maniera diffusa su diverse zone del Nord, in gran parte incentivate dal riscaldamento solare.
Non sono mancati fenomeni di forte intensità o localmente grandinigeni, come di norma accade in concomitanza di queste energiche fasi temporalesche: la causa dello sviluppo di queste aree temporalesche diffuse va ricercata nel contrasto fra l’aria particolarmente fredda alle altezze superiori dell’atmosfera rispetto all’aria più mite ed umida dei bassi strati, questi ultimi ulteriormente scaldati dall’energia solare costituendo pertanto un maggiore incentivo ai moti verticali.
Le prime schiarite provano intanto a farsi largo sulle estreme zone di Nord-Ovest, soprattutto tra Val d’Aosta, parte del Piemonte e Ponente Ligure. In queste zone il sopraggiungere di correnti secche ha parzialmente inibito l’instabilità atmosferica, mentre in queste ore l’ondata temporalesca si sta in parte estendendo verso il Centro Italia, poiché il nucleo depressionario a carattere freddo si sta lentamente muovendo verso sud-est. I temporali, in azione fra la Toscana, l’Umbria, le Marche e l’Alto Lazio, tenderanno a proseguire il loro tragitto verso sud, anche se tenderanno in parte ad attenuarsi nella tarda serata, poiché verrà inevitabilmente meno l’importantissimo contributo solare.
Restano invece per il momento fuori dai giochi le regioni meridionali, con instabilità decisamente in tono minore e prevalenza di sole su tutte le regioni. Qualche piovasco, dovuto al flusso occidentale, ha interessato i settori tirrenici, mentre qualche isolato fenomeno temporalesco sta interessando la Puglia. Le maggiori zone di sereno, unite ad un flusso di correnti temperate occidentale, contribuiscono a mantenere le temperature su livelli medio-alti, con picchi di 25 gradi sulla parte orientale della Sicilia.