La città di Mosca troverà una sua identità, persa da qualche decennio a questa parte, e si posizionerà come la capitale più fredda dell’intero continente europeo e non solo. Non v’è alcun dubbio che questo vortice polare freddissimo, dai gpt altrettanto incredibili, possa produrre, da qui a 2 giorni, delle eclatanti temperature sulla città di Mosca.
Possiamo dedurre che gli inconvenienti per il freddo, estremo, saranno notevoli e che milioni di persone si troveranno in situazioni di estrema criticità nei confronti del clima. Pur non essendo questa rubrica dedicata a “nefasti accadimenti”, questo resta pur sempre un rotocalco meteo e non una pagina dedicata ai “necrologi”; dobbiamo ammettere che queste “inusitate” situazioni meteo estreme sono, purtroppo, in grado di arrecare pesanti disagi e vittime per il freddo.
Lo stesso diagramma mostra uno “sprofondamento” in verticale per la data del 19 gennaio, ma la situazione termica, tra il 15 ed 17 sempre del c.m., mostra una caduta alla quota di 850 hpa di oltre 20°C.
Conosciamo perfettamente che l’aria molto fredda ha e possiede delle caratteristiche molto pellicolari e che i gpt indicano quanto sia relativa la temperatura a detta quota.
Con buon probabilità le temperature, a suolo e su detta aerea, si attesteranno a valori prossimi ai -35° C. Rimarcare questo valore, sebbene mi rattristi, mi fa pensare a quando la Russia balzava alle cronache, non tanto per i suoi avvenimenti politici mai molto chiari, ma soprattutto per le impervie situazioni climatiche.
Al momento il fattore di persistenza di questo nucleo, ex artico, pare indicarci un marginale coinvolgimento, intorno alla data del 20, anche per le nostre regioni nord orientali e adriatiche, con precipitazioni a prevalente carattere nevoso. Tali meteore potrebbero, per via di contingenze depressionarie dovute a contrasti termici, raggiungere anche il versante di ponente.
Quindi, pur usando tutte le cautele del caso, non credo ad una “sfuriata gelida” esclusivamente dedicata al settore russo, ma anche noi, sebbene in maniera molto meno cruenta, avremmo il nostro “piccolo gelo”.