Vista dall’alto, la calotta glaciale della Groenlandia appare come un’ininterrotta distesa di bianco brillante. Nei mesi, il bianco così candido sul confine occidentale risulta mitigato parecchio da una misteriosa “dark zone”, una macchia nera che sta assumendo sempre più rilievo negli ultimi anni.
Tale zona nera deriverebbe all’aumento di alghe sul ghiaccio. Questa dark zone è ricoperta da uno strato finemente distribuito di polvere e carbone nero, sostanze che forniscono il nutrimento per queste alghe scure.
La crescita di queste alghe scure sulla calotta della Groenlandia, seconda calotta glaciale più grande della Terra, riduce significativamente la riflessività della sua superficie, contribuendo così inevitabilmente all’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci.
La zona scura della Groenlandia è così diventata il centro dell’attenzione di alcune delle ultime ricerche. Il fatto che un’ampia parte del lato occidentale della calotta polare della Groenlandia sia diventata scura significa che lo scioglimento risulta 5 volte superiore rispetto alla superficie dove neve e ghiaccio brillano.
Attraverso le immagini catturate da un drone, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che la maggior parte delle superfici più scure aveva una copertura uniforme di impurità, tra cui polvere e cenere che si sono accumulate negli anni da fabbriche e incendi lontani.
Quindi, la calotta polare assorbe ancora più radiazione solare, favorendo lo scioglimento dei ghiacci. Le alghe scure, sui ghiacciai, provocano lo scioglimento della calotta più di quanto facciano la polvere o le particelle di carbonio.