Abbiamo seguito con estrema attenzione – fin da fine gennaio – le vicissitudini atmosferiche che hanno condotto all’attuale situazione meteo.
Abbiamo parlato più e più volte del Vortice Polare, del riscaldamento stratosferico che ha portato alla sua rottura. Dallo “split” è nata la possente retrogressione gelida, che pur transitando rapidamente ha determinato – e determina – effetti invernali eclatanti. Ora, lo sappiamo, è la volta del Nord Italia dove sta già nevicando e dove localmente cadrà tantissima neve.
Ma ora la domanda è: cosa succederà? Il futuro non è prevedibile, ma è possibili stilare linee evolutive sulla base di elementi atmosferici importanti. E tali dinamiche contemplano, ancora una volta, le sorti del Vortice Polare. Detto che stiamo andando incontro al suo completo smantellamento – causa avanzamento stagionale – attualmente sta provando a riaccorparsi. Un tentativo che andrà a segno, ciononostante continuerà a mostrare una certa debolezza.
Debolezza che, verso metà mese, potrebbe sfociare in nuove manovre invernali consistenti. Di che tipo? Probabilmente non violente come le attuali, tuttavia dovremo prestare attenzione a due elementi: lo sviluppo di un blocco anticiclonico oceanico – spinta a nord dell’Alta delle Azzorre – e discesa artica nel cuore d’Europa. Irruzione che potrebbe anche invadere il Mediterraneo, determinando un colpo di coda invernale d’altri tempi…
Visto il periodo, visti i naturali contrasti termici, potrebbe produrre più precipitazioni e più nevicate. Ovviamente non possiamo addentrarci nei dettagli, ma va detto che i modelli matematici in grado di spingersi più a lungo termine iniziano a fiutare già qualcosa.