Siccità, insufficienza di piogge: è questo il tema di punta del 2017. E’ già un anno intero, o quasi, che registriamo precipitazioni inferiori al “normale” regime pluviometrico.
Eppure, capita che ce lo scriviate o che lo si senta dire spesso, fin dai primi di settembre c’è la sensazione che qualcosa sia cambiato. Si temeva un autunno all’insegna del gran caldo – viste le premesse estive e non solo – invece c’è stato un sorprendente cambio di marcia.
Sapete qual è il problema? Che le piogge, quando arrivano, non vengono in sella alle “canoniche” perturbazioni atlantiche.
Pochi decenni fa succedeva ciò, ovvero che a settembre partiva la grande ruota ciclonica oceanica (alias Depressione d’Islanda) e pioveva a ripetizione. Le cifre che leggete nelle varie medie pluviometriche d’Ottobre derivano dai tempi passati e forse andrebbero riviste per molte località.
Oggi, invece, capita sempre più frequentemente che piove “male”, ovvero non uniformemente e con troppa violenza (un po’ in tutti i mesi). Ma allora, conclusasi la prima settimana d’ottobre è giusto continuare a parlare di siccità? Dopotutto molte regioni, se andiamo a guardare gli accumuli di pioggia mensili, hanno avuto precipitazioni superiori alla norma (un esempio su tutti, alcune zone delle due Isole Maggiori e varie altre).
Purtroppo si, dobbiamo necessariamente parlare di siccità perché vista la penuria precedente non bastano soltanto alcune fasi di maltempo per sanare la situazione. V’è necessità di altri cambiamenti, sostanziali e importanti, ma al momento non se ne vedono.
E questo è un grosso problema soprattutto per il futuro, sempre che non ci sia una mutazione radicale delle condizioni atmosferiche su vasta scala.