Nell’atmosfera di Marte c’è anche ossigeno, non solo metano[/b]: ce lo ha rivelato già da tempo il rover-laboratorio Curiosity della Nasa, che sta esplorando il cratere Gale dal 2012 e ha trascorso ormai tre anni marziani sul Pianeta Rosso.
La scoperta di variazioni stagionali della quantità di ossigeno presente nell’atmosfera marziana ha sorpreso non poco gli scienziati. In sostanza durante le stagioni primaverili ed estive è stata rivelata una presenza d’ossigeno anomala in prossimità del suolo, superiore a quanto atteso dai ricercatori.
Quello che è escluso è che vi siano errori nella raccolta dei dati. La quantità di ossigeno rilevata ha raggiunto valori anche del 30 per cento superiori a quelli che dovrebbero esserci nell’atmosfera di Marte, composta per il 95% del volume da anidride carbonica, per il 2,6% da azoto molecolare, per l’1,9% da argon.
La presenza dello 0,16% di ossigeno molecolare varia in modo anomalo e questo era un po’ inatteso. La crescita e la repentina diminuzione dei livelli di ossigeno non possono essere spiegati con le normali dinamiche dell’atmosfera e si va quindi in cerca di un’altra causa, per esempio di natura geologica.
Una seconda possibile spiegazione potrebbe essere legata alla, mai dimostrata finora. non bisogna escludere che alcune forme batteriche possano essersi adattate anche alle radiazioni più intense che colpiscono Marte.
In quest’ottica diventa ancora più importante la missione ExoMars 2020 dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dell’agenzia spaziale russa Rosmosmos, che prenderà il via l’anno prossimo per cercare sul Pianeta tracce di vita presente e passata.