L’ultima domenica di Marzo ha riportato il maltempo sulle regioni del Nord, dopo un periodo che aveva visto le regioni settentrionali spesso saltate dagli effetti delle perturbazioni, poiché queste ultime giungevano dal Nord Europa scontrandosi inevitabilmente contro il baluardo alpino. Questo fine settimana ha visto invece un sensibile cambiamento della circolazione su tutta l’Europa, grazie all’affondo di un’onda ciclonica verso la Penisola Iberica, alimentata da impulsi d’aria artica.
L’affondo ciclonico ha creato le condizioni per la risalita di correnti umide e temperate sud/occidentali lungo il cavo ascendente della saccatura, ove si è andata ad inserire una vasta struttura perturbata, i cui maggiori effetti si sono avvertiti sulle regioni settentrionali e sulla Toscana. Il flusso portante da sud/ovest in quota ha infatti causato un consistente effetto stau a ridosso delle zone alpine centro-orientali, sul Levante Ligure e sull’Alta Toscana, zone più direttamente esposte ai grandi accumuli precipitativi con il Libeccio.
Le precipitazioni si sono rivelate insistenti e localmente intense, tanto che in talune zone a ridosso dei rilievi alpini veneto-friulani e sui versanti appenninici della Liguria di Levante e dell’Alta Toscana si sono avuti picchi pluviometrici superiori ai 100 millimetri. Questo ritorno delle grandi piogge sul Nord ha coinciso con un’inevitabile risalita del livello delle nevicate, tanto che sull’Appennino Settentrionale la neve è caduta solo le cime al di sopra dei 2000 metri. Non è andata molto meglio sull’Arco Alpino, con quote neve variabili tra i 1300 metri delle Alpi Valdostane fino ai 1800 metri dei settori alpini e prealpini orientali, zone queste ultime che più hanno risentito del richiamo sciroccale.
Il Centro-Sud e le Isole hanno risentito più marginalmente degli effetti della perturbazione, ma a fare notizia sono state le temperature elevate, causate dall’avvezione calda di matrice nord-africana che sta trascinando nubi in prevalenza medio-alte stratiforme, comunque in grado di causare qualche pioggia. Il richiamo sciroccale ha portato nuove punte di 25 gradi sul palermitano in Sicilia, mentre i 26 gradi si sono toccati su Pescara. Simili temperature sono state consentite dall’effetto della ventilazione di caduta dai vicini rilievi.
Questo imponente cambio di circolazione ha radicalmente cambiato la situazione meteo in diverse zone d’Europa. L’aria calda afro-mediterranea sta infatti risalendo su buona parte dell’Europa Orientale e sull’area carpatico-danubiana il clima è divenuto improvvisamente tiepido, mentre fino a qualche giorno fa vigeva una situazione di stampo pienamente invernale. Lo sbalzo termico è stato addirittura superiori ai 20 gradi in certe zone, ovvero pari alla differenza che passa fra temperature tipiche invernali e quelle più consone ad una primavera quasi inoltrata.
Ora, per la settimana che si sta per avviare, ci attendiamo un sostanziale blocco della circolazione ciclonica instabile sul Mediterraneo, a causa dell’espansione di un promontorio anticiclonico oceanico verso l’Europa Centro-Occidentale. Per diversi giorni avremo instabilità su diverse regioni, con i primi temporali termoconvettivi dovuti al contrasto fra l’aria fresca in quota ed i primi tepori tipici della primavera.