Febbraio si conferma il miglior mese invernale:
non siamo noi a dirlo, bensì le condizioni meteorologiche che si sono succedute dal 1° ad oggi. Vi sono state delle incursioni fredde, non ultima l’attuale, e non sono mancate perturbazioni atlantiche in grado di ripristinare un regime pluviometrico normale un po’ ovunque. Tra l’altro, giusto dirlo, febbraio ha riservato anche in passato ondate di gelo rilevanti. Si potrebbe citare il 2012, perché più recente, ma come non ricordare il mitico “febbraio ’56”?
Variabilità climatica italiana:
intesa non soltanto come repentini cambi di circolazione, ma anche sotto l’aspetto prettamente geografico. Siamo circondati dal mare e dai rilievi, due elementi che incidono in modo sostanziale sulle condizioni meteorologiche delle nostre regioni. La natura dell’attuale configurazione espone alcuni aree al maltempo, mentre su altre splende il sole. Questo perché le barriere orografiche, soprattutto le catene montuose, recitano un ruolo imprescindibile nella realizzazione e nell’entità dei peggioramenti.
Tanta neve in montagna:
dopo le Alpi, che hanno ricevuto la loro razione di neve i giorni scorsi, è la volta dei rilievi appenninici e insulari. Nevicate in grado di spingersi localmente a bassa quota e che andranno a rimpinguare le scorte nevose nella speranza che le prossime festività pasquali possano riservare importanti soddisfazioni agli operatori turistici del settore. Non solo. In prospettiva appaiono ulteriori ondate di maltempo di chiaro stampo invernale, che potrebbero protrarsi tra alti e bassi sino a metà marzo.
La primavera meteorologica:
guarda caso un netto miglioramento potrebbe accogliere l’esordio della nuova stagione. La propaggine orientale dell’Alta delle Azzorre dovrebbe essere in grado di espandersi sull’Italia nei primi giorni della prossima settimana, pur senza escludere qualche ulteriore tentennamento nelle regioni meridionali e orientali.
L’inverno non è ancora finito:
se è vero che la primavera astronomica esordirà nell’ultima decade di marzo, è altrettanto vero che l’inverno sembrerebbe possedere ancora delle frecce in faretra. Fin da metà della prossima settimana la configurazione barica continentale potrebbe subire pesanti variazioni, innescando una poderosa discesa d’aria fredda – o addirittura gelida – sull’Europa orientale. L’irruzione potrebbe spingersi sull’Italia qualora l’Alta delle Azzorre dovesse ergersi a blocco della circolazione atlantica così come paventato dai principali modelli di previsione. Dinamiche che potrebbero consegnarci una prima metà di marzo dai connotati marcatamente invernali.
Focus: evoluzione sino al 10 marzo 2015
Le condizioni meteo rimarranno fortemente instabili nelle regioni del medio-basso adriatico, al Sud e nelle due Isole Maggiori, causa l’insistente vortice di Bassa Pressione e l’intervento di ulteriori impulsi perturbati da ovest. Al Nord, invece, la propaggine anticiclonica dovrebbe arrivare prima e facilitare un ulteriore miglioramento delle condizioni del tempo. Il miglioramento si estenderebbe alle rimanenti regioni nei primi giorni della prossima settimana, o se preferite nei primi giorni di marzo.
Ma sarà bene non illudersi. A seguire la possibile elevazione dell’Alta delle Azzorre innescherebbe una discesa di masse d’aria molto fredde dall’Artico Russo verso i Balcani. Non escludiamo un coinvolgimento diretto delle nostre regioni, che così vivrebbero una delle più importanti configurazioni dell’intera stagione proprio agli esordi della primavera meteorologica.
Evoluzione sino al 15 marzo 2015
La ferita che andrebbe a crearsi potrebbe impiegare del tempo prima di guarire ed ecco che tutta la prima metà di marzo potrebbe assumere – come già detto precedentemente – connotati decisamente invernali.
In conclusione.
Inverno, che volge al termine, è vero, ma che come spesso capita potrebbe riservarci interessantissime sorprese anche a marzo.