L’alta pressione è in forma smagliante, ma nelle prossime 48 ore subirà un piccolo attacco: assisteremo al tentativo d’intrusione di un’onda ciclonica di matrice atlantica, legata alla super depressione prossima alla Gran Bretagna (i resti di Katia), che tuttavia dovrebbe limitarsi a lambire a malapena le zone alpine. Un lieve calo dei geopotenziali ed una parziale curvatura ciclonica delle correnti in quota sortiranno qualche conseguenza, con manifestazioni temporalesche sui nostri versanti alpini e prealpini soprattutto nel tardo pomeriggio-sera di domenica.
La maggiore fenomenologia resterà relegata oltre confine, dove si ammasserà una perturbazione atlantica. La barriera alpina ostacolerà l’ingresso frontale, agevolando il compito di resistenza del promontorio anticiclonico che dovrebbe essere così in grado di rintuzzare l’attacco in modo quasi indolore. Non solo le Alpi, qualche focolaio temporalesco appare probabile anche sui maggiori rilievi del Sud Appennino e delle due Isole Maggiori, ma si tratterà perlopiù di acquazzoni locali stimolati dall’elevato riscaldamento diurno.