Eccoci giunti al capolinea dell’Autunno, una stagione che nei mesi d’Ottobre e Novembre non ha fatto davvero nulla per farsi notare.
In quest’ultimo mese, sulla falsariga dello scorso Ottobre, la siccità l’ha fatta da padrone, in quello che dovrebbe essere per gran parte dell’Italia il mese fra i più piovosi di tutto l’anno.
Una situazione figlia dell’Anticiclone sub-tropicale, e che ancora non ha trovato nessuno sbocco rilevante. Null’altro da aggiungere, se non ribadire che salutiamo l’autunno con una situazione desolatamente anomala.
Tuttavia, dando uno sguardo ai modelli matematici, qualche insidia è ben individuabile. Al suolo la struttura di Alta Pressione che abbraccia gran parte dell’Europa centro-orientale e l’area Mediterranea è ben solida, presentando i massimi barici di oltre 1035 hPa fra la Germania e la Polonia.
Un Anticiclone, nato da un contributo di matrice sub-tropicale, ma ora diventato euro-mediterraneo, e dalle caratteristiche dunque parzialmente continentali. Infatti, la falla barica in corrispondenza dell’Atlantico Portoghese è al momento assente, e ciò non determina nessuno slancio verso di noi dell’Alta Pressione africana.
Grazie a questa situazione, le temperature negli ultimi giorni hanno registrato un generale ribasso, riassestandosi su valori maggiormente prossimi alle medie del periodo, ciò favorito anche da un debole flusso orientale dai Balcani, che ha sostituito il precedente flusso sciroccale.
Anche le termiche in quota si sono abbassate, così da far cessare l’anomalo caldo sui rilievi montuosi, che ha raggiunto varie fasi culminanti in corrispondenza delle frequenti espansioni della bolle stabilizzanti di matrice sub-tropicale.
Tuttavia, l’abbondante soleggiamento diurno, laddove non insistono nebbie e foschie da cosiddetta inversione termica anticiclonica, favorisce ancora un tepore non certo del tutto consono al periodo: certo che, se fino a pochi giorni fa si superavano i 20 gradi su numerose località del centro-sud, quest’oggi tale valore si è sfiorato solo in poche località delle isole maggiori.
Inoltre, tale Alta Pressione ancora così ben solida al suolo, presenta delle divergenze alle quote superiori, dove si rivelano dei piccoli strappi, e dei segni d’evidente invecchiamento.
In particolare, una prima goccia fredda è presente sull’entroterra Algerino, e si palesa in maniera ben evidente dalla presenza di un’area nuvolosa che si estende fin sulla Tunisia, e che nei giorni scorsi ha determinato debole instabilità anche sul bacino del Mediterraneo, in prossimità della Sardegna.
Un altro vortice freddo in attenuazione staziona sul Mediterraneo centro-orientale, ed è stato responsabile dell’instabilità che ha riguardato la Sicilia, nella prima parte della settimana.
Quale l’evoluzione? L’Anticiclone, concentrando via via le proprie forze sull’Europa Balcanica, subirà una progressiva erosione sul lato occidentale, ove verrà messo in crisi dalla Depressione nord-Atlantica.
Un’ondulazione ciclonica nel week-end probabilmente riuscirà a portarsi con fatica sul Mediterraneo occidentale, fino in prossimità dei mari, influenzando in qualche modo le condizioni meteo sulla nostra Penisola, che non saranno più contraddistinte da una pesante impronta stabile anticiclonica.
La medesima Depressione, spostandosi ulteriormente verso est, potrebbe profittare della scarsa forma dell’Anticiclone per sferrare un nuovo più incisivo attacco fin sul cuore del Mediterraneo nella prima fase della prossima settimana.
Si profilerebbe la possibilità di un Ponte dell’Immacolata all’insegna del maltempo, e con le nevicate magari consistenti su Alpi e Appennini anche a quote progressivamente interessanti intorno ai 1000 metri, per l’intervento d’aria artico-marittima. Suggeriamo la massima cautela su un’evoluzione ancora da inquadrare e confermare, e su cui si articoleranno i prossimi articoli di previsione ed editoriali.