Il grande freddo si sposta verso est, tra Turchia e Mar Nero, ormai in progressiva attenuazione rispetto ai giorni appena trascorsi. Il vortice gelido non è più infatti ben alimentato dalle masse d’aria gelide artico-continentali, piombate direttamente dall’Artico Russo.
La violenta botta artica si è concentrata principalmente fra i Balcani e l’area fra Penisola Ellenica ed il Mar Egeo, con eccezionali nevicate che hanno davvero messo in ginocchio buona parte della Grecia fino alle zone insulari circostanti. I valori termici sono piombati su livelli degni del crudo inverno russo.
Anche la nostra Penisola ha risentito della fulminea, ma efficace azione artica: questa si è trasmessa principalmente tramite un ingresso di masse d’aria molto fredde nei medi-bassi strati, ma l’Alta Pressione a tutte le quote ha impedito che un tale ingresso potesse provocare incisivi contrasti tali da generare particolare instabilità.
Come nelle previsioni, dunque il forte raffreddamento ha causato ben pochi fenomeni, relegati per un breve lasso di tempo essenzialmente all’estremo Sud. Nella mattinata di ieri la neve ha imbiancato molte località persino costiere, specie sulla Calabria settentrionale ionica.
L’ulteriore rinforzo dell’Anticiclone ha poi completamente inibito questi lievissimi sbuffi d’instabilità orografica ed è rimasto solamente il freddo, piuttosto intenso. Infatti, nel corso della giornata di ieri l’Alta Pressione ha spostato la propria roccaforte dal Centro Europa alla Regione Alpina: si è trattato di una figura anticiclonica dall’entità record, con valori pazzeschi fino a 1047 hPa raggiunti sulle Alpi Orientali. Si tratta di valori inusuali, in parte favoriti dalla presenza d’aria fredda e conseguentemente più densa nei bassi strati.
La fiammata gelida si è attenuata in quota già nel corso della giornata di ieri, ma ha lasciato una forte eredità d’aria fredda anche al suolo, che ha espresso il proprio culmine durante la scorsa notte; i valori minimi sono crollati su valori bassissimi sulle regioni meridionali ed in alcuni casi sono stati stabiliti alcuni record assoluti, che danno dunque conferma dell’entità notevolissima di questa sferzata d’aria polare, la quale ha lasciato delle tracce indelebili.
I valori termici in forte ribasso sono stati favoriti dall’attenuazione del vento e dai cieli sereni. In prima linea alcune aree del Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, ove sono stati raggiunti non solo record per il mese di Febbraio, ma persino assoluti. Ben -5°C a Catania Sigonella (contro i -4,8°C del Gennaio 1966), -6,5°C a Lamezia Terme (battuto il record precedente di oltre mezzo grado), nel catanzarese; anche l’aeroporto di Trapani, per la prima volta nella serie storica, è sceso al di sotto dello zero di due decimi.
Questi dati ufficiali non vogliono togliere nulla ai valori ancora più rigidi rilevati dalla miriade di altre stazioni meteo regionali, anche a carattere amatoriale, poste in conche vallive maggiormente soggette a forti raffreddamenti da inversione termica. Così sono giunte notizie di picchi ben più bassi di -20°C su zone appenniniche del frusinate, mentre i -10°C sono stati raggiunti anche in Sardegna, la regione appena lambita dalla fiammata artica.
Nella notevole dinamicità di questa fase fredda, la giornata odierna presenta già segnali di forte cambiamento. Il perno anticiclonico, che si è spostato sulle nostre regioni, mostra segni d’indebolimento al suolo principalmente per il sopraggiungere di masse d’aria più temperate in quota che, tuttavia, faticano a scalzare immediatamente l’aria più fredda e pesante presente al suolo.
La struttura anticiclonica presenta inoltre un punto piuttosto debole ad ovest, da dove sta avanzando aria più umida ed instabile, collegata ad un’ondulazione ciclonica in approfondimento verso la Penisola Iberica, ma non si tratta di un vero risveglio delle correnti atlantiche. La nuvolosità stratiforme, in approccio verso il mare di Sardegna, rappresenta proprio le prime propaggini della nuova circolazione più mite occidentale.
Anche sulle coste liguri i cieli si vanno coprendo per l’azione di umide correnti marittime, che seguono il raffreddamento del fine settimana. Nei prossimi giorni avremo a che fare con una maggiore incidenza di queste infiltrazioni umide, che scalzeranno man mano del tutto gli effetti di quella che resterà, con ogni probabilità, come l’irruzione d’aria artica più violenta di tutta la stagione invernale.