Come al solito però le tragedie non sono mai completamente colpa della natura. Entriamo infatti qui nel campo degli errori umani che in questa tragedia contano moltissimo. Infatti i 140 mm di pioggia in 48 ore non avrebbero causato questo disastro se non ci fossero stati alcuni importanti variabili idrogeologiche e umane che adesso elenchiamo:
1) Presenza di un substrato permeabile e facilmente erodibile alla sommità del monte Pizzo D’Alvano
2) La costruzione di strade e di abitazioni alle pendici di una formazione geologica instabile come il monte Pizzo D’alvano
3) La carente copertura arborea del monte Pizzo D’Alvano
4) La quasi totale occlusione di tutti i canali che dovevano drenare le acque meteoriche in discesa dal monte Pizzo D’alvano.
Concludendo, quel 5-5-1998 un pezzo enorme del monte Pizzo D’alvano fu completamente divelto dalla potenza di un fiume di qualche milione di metri cubi d’acqua, che riversò una catastrofica colata di fango sui paesi di Sarno, Qundici Bracigliano, S. Felice a Cancello, Quindici. Portandosi via 200 vite umane e segnando il più grave disastro idrogeologico dai tempi dell’alluvione di Firenze. Mi sento di dire che differentemente da altre alluvioni, anche recenti, questa è veramente figlia di una pianificazione territoriale assente e di un utilizzo del suolo quanto meno scellerato.
Quelle 200 vittime, e i superstiti che ancora oggi tremano ogni volta che piove vedendo con terrore la sagoma deturpata del monte Pizzo D’alvano, non possono non farci riflettere su un uso più giusto delle nostre risorse e della nostra natura che per nessuna maniera deve diventare matrigna dispensatrice di tragedie.
05/05/1998 GPT e temperature a 500 hPa.
05/05/1998 GPT, UR e temperature a 850 hPa.
05/05/1998 Vento, velocità verticali e acqua precipitabile a 700 hPa.
Fine
Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli
Come al solito però le tragedie non sono mai completamente colpa della natura. Entriamo infatti qui nel campo degli errori umani che in questa tragedia contano moltissimo. Infatti i 140 mm di pioggia in 48 ore non avrebbero causato questo disastro se non ci fossero stati alcuni importanti variabili idrogeologiche e umane che adesso elenchiamo:1) Presenza di un substrato permeabile e facilmente erodibile alla sommità del monte Pizzo D’Alvano2) La costruzione di strade e di abitazioni alle pendici di una formazione geologica instabile come il monte Pizzo D’alvano3) La carente copertura arborea del monte Pizzo D’Alvano4) La quasi totale occlusione di tutti i canali che dovevano drenare le acque meteoriche in discesa dal monte Pizzo D’alvano. Concludendo, quel 5-5-1998 un pezzo enorme del monte Pizzo D’alvano fu completamente divelto dalla potenza di un fiume di qualche milione di metri cubi d’acqua, che riversò una catastrofica colata di fango sui paesi di Sarno, Qundici Bracigliano, S. Felice a Cancello, Quindici. Portandosi via 200 vite umane e segnando il più grave disastro idrogeologico dai tempi dell’alluvione di Firenze. Mi sento di dire che differentemente da altre alluvioni, anche recenti, questa è veramente figlia di una pianificazione territoriale assente e di un utilizzo del suolo quanto meno scellerato. Quelle 200 vittime, e i superstiti che ancora oggi tremano ogni volta che piove vedendo con terrore la sagoma deturpata del monte Pizzo D’alvano, non possono non farci riflettere su un uso più giusto delle nostre risorse e della nostra natura che per nessuna maniera deve diventare matrigna dispensatrice di tragedie. 05/05/1998 GPT e temperature a 500 hPa. 05/05/1998 GPT, UR e temperature a 850 hPa. 05/05/1998 Vento, velocità verticali e acqua precipitabile a 700 hPa. Fine Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli Inizio Pagina