L’artico affila le armi Il Continente Europeo è in balia di un’ampia circolazione depressionaria, il cui perno principale si trova collocato in prossimità delle coste baltiche della Polonia. Questo mulinello ciclonico funge da importante risucchio per le masse d’aria fredda che si stanno insediando alle latitudini scandinave. La progressiva avanzata dell’aria artica verso le medie latitudini europee trova inoltre ragion d’essere nel vasto anticiclone in rinforzo sulla Groenlandia che, unendosi con il promontorio oceanico, va a socchiudere il rubinetto delle perturbazioni oceaniche.
La ferita depressionaria non risparmia certo il Mediterraneo Centrale, dove indugiano forti contrasti termici dettati dal venire in contatto dell’aria fredda con le masse d’aria più temperate ed umide pre-esistenti. Ne consegue un proliferare di temporali, più importanti sulle zone marittime o costiere, proprio perché il mare possiede quel contributo di calore ed umidità maggiore per sostenere le formazioni temporalesche.
Dove ha colpito l’instabilità? Principalmente sulle aree del Centro-Sud Italia e con riflessi più importanti sulle zone tirreniche, stante i forti venti occidentali richiamati da una depressione secondaria posta sull’Adriatico Centrale. Molto più soleggiato il contesto sul Nord (sebbene parzialmente nebbioso su alcune zone di pianura), grazie alla protezione dell’Arco Alpino, ma fa eccezione la Liguria di Levante, ove si sono generati alcuni temporali che hanno interessato più da vicino le aree costiere dello spezzino.