La circolazione troposferica in quota alle medie e alte latitudini sta diventando sempre più intensa nel Nord Emisfero, mentre la tendenza a “wave2 pattern” è di nuovo messa in discussione. L’atmosfera boreale è sempre più indecisa, in balia di “forcing” orografici, termici e di derivazione tropicale, condizionata da una circolazione stratosferica assai vivace.
Nelle ultime due settimane il vortice stratosferico, molto intenso e, inizialmente, quasi circolare, si è andato approfondendo ulteriormente. Il minimo è traslato dalle coste artiche della Siberia alla Groenlandia settentrionale.
Il vortice ha assunto gradualmente forma ellittica, specialmente nell’alta stratosfera, con asse in rotazione antioraria, allungato attualmente dall’Estremo Oriente agli stati orientali nord-americani. Queste trasformazioni sono da mettere in relazione con lo sviluppo di un poderoso anticiclone, più evidente nella media-alta stratosfera, che dal sud-est asiatico si è portato sul Pacifico centro-orientale, intensificandosi notevolmente. Nel contempo, impulsi caldi si originano ininterrottamente sull’Asia e attraversano il Pacifico, per andarsi poi a spegnere sulle coste occidentali nord-americane.
La media e bassa stratosfera hanno risentito a lungo dell’anticiclone di blocco europeo. La propagazione verticale d’onda dall’Atlantico è intensa nella bassa stratosfera, debole nell’alta stratosfera; moderata si rivela quella dell’Oceano Pacifico occidentale in tutta la stratosfera. Anche nei prossimi giorni la forma approssimativamente ellittica del vortice sarà più evidente nell’alta stratosfera, mentre la bassa stratosfera risentirà dei forcing di derivazione troposferica che indurranno un’ulteriore tendenza alla “wave3 pattern”.
Risulta così scongiurato, almeno per ora, un possibile stiramento del vortice stratosferico che può manifestarsi quando assume forma ellittica molto allungata, con la conseguente scissione in due vortici. Una simile eventualità, poco frequente a dicembre, più probabile negli altri due mesi dell’inverno climatico, può scatenare profonde alterazioni nella circolazione stratosferica e troposferica. Per questo motivo è molto importante monitorare la circolazione stratosferica nel trimestre invernale.
In un primo momento l’accelerazione zonale del vortice polare, favorita dal notevole rinforzo delle correnti stratosferiche, ha condotto alla frattura dei flussi meridiani, in modo particolare sull’Europa. Il blocco anticiclonico europeo, particolarmente robusto sui paesi finno-scandinavi è stato così proiettato verso levante. Secondo il modello GFS, raggiunta la Siberia occidentale intorno al 20-21 dicembre, diventerà nuovamente bloccante per l’esaurirsi del “wave breaking” e diventerà così la terza grande onda planetaria.
La circolazione stratosferica relativamente “normale”, ma un po’ troppo intensa, continua ad alimentare i “westerlies” troposferici, particolarmente forti soprattutto lungo la discontinuità termica (“thermal boundary”) tra l’aria fredda associata al “low” della Siberia orientale e l’aria calda a sud-est.
La scomparsa dell’onda bloccante sull’Europa spalanca le porte, specialmente alle latitudini medio-basse del continente, ad una potente “jet stream” proveniente dall’Atlantico che va a sostituirsi al vecchio, più debole flusso a due rami, uno passante sull’estremo nord europeo, l’altro sul Nord Africa.
La corrente a getto tende a svilupparsi nel settore settentrionale di un blocco anticiclonico dinamico Atlantico pulsante in senso meridiano. Il “blocking”, prodotto prevalentemente da “forcing” tropicale, fungerà a lungo da seconda onda risonante, mentre la prima onda di Rossby sosterà per qualche giorno sulle coste occidentali americane, alimentata da “forcing” orografici, ma un po’ smorzata da forzature termiche negative, poi arretrerà in pieno Oceano Pacifico.
Nel complesso, dunque, sull’Emisfero Boreale dovrebbe prevalere, nel medio-lungo termine, una circolazione “bloccata” a tre grandi onde risonanti, con modesti blocchi artici.
Il principale vortice ciclonico sub-polare, sull’Arcipelago Canadese, si protenderà frequentemente verso il Nord Europa, investendo di tanto in tanto l’Europa meridionale.
Ne consegue che l’Italia sarà interessata (forse fino alla fine dell’anno) da veloci correnti perturbate atlantiche e da brevi incursioni di aria artica.
Gli ultimi sussulti dell’anno morente saranno dunque particolarmente vivaci!