LA PAURA che viene dallo Spazio Tra 28 anni, il 5 febbraio 2040, l’asteroide 2011 AG5 (dal diametro di 140 metri), scoperto l’8 gennaio del 2011 potrebbe impattare contro la Terra. Si tratta comunque di valutazioni per fortuna molto parziali, in quanto non si può sapere l’esatta orbita percorsa dall’asteroide: trattandosi di corpi relativamente piccoli, sono soggetti a variare il loro movimento per via di forze gravitazionali. Nella scala Torino dei rischi di impatto, utilizzata internazionalmente, il rischio d’impatto dell’asteroide 2011 AG5 si trova al primo gradino sui dieci livelli previsti; quindi è bassissimo, pari ad appena una sola probabilità su 625.
Non è questo l’unico asteroide che potrebbe minacciare la Terra, in quanto fa parte della numerosa pattuglia di ben 8744 corpi considerati pericolosi (denominati Near Earth Objects), in quanto la loro orbita potrebbe avvicinarsi al nostro Pianeta. Secondo le ultime valutazioni dei tecnici NASA, sarebbe però l’asteroide poc’anzi descritto quello che ha le più alte probabilità di impattare contro la Terra nel febbraio del 2040. Nel settembre del 2013 si dovrebbe avere l’opportunità di fare ulteriori osservazioni dell’asteroide 2011 AG5, quando si troverà in un raggio di 147 milioni di chilometri dalla Terra. Probabilmente fra poco più di un anno si potrà quindi anche definire meglio la sua orbita.
Nessun allarmismo quindi, ma certo la notizia di quest’asteroide ha fatto balzare agli onori della cronaca un rischio comunque su cui l’uomo si potrebbe trovare prima o poi a fare i conti: ecco perché si sta cercando di trovare in tutti i modi le possibili contromisure. Se è vero che asteroidi superiori ai 5 chilometri potrebbero colpire la Terra solamente ogni 6 milioni di anni, quelli più piccoli, non più grandi di 140 metri, che sono poi la maggioranza, possono piovere sul nostri pianeta ogni 5000 anni, e possono causare danni significativi. Già da alcuni anni, le e agenzie spaziali di tutto il mondo stanno studiando il sistema più adatto per deviare eventuali asteroidi che potrebbero colpire la Terra.
Tra i metodi di difesa considerati più efficace vi è quello d’impiegare una serie di specchi lanciati verso l’intruso, per concentrare così in un punto della sua superficie la luce solare, fino ad ottenere una temperatura di 2100 gradi, e a innescare così un processo di vaporizzazione dell’asteroide. Facendo esperimenti sulla Terra con materiali simili a quelli dell’asteroide, si sono potuti appurare risultati incoraggianti. Si è valutato che basterebbero 10 di questi specchi, della superficie di 20 metri quadrati ciascuno, per riuscire a deviare un asteroide di 150 metri in circa sei mesi. Ovviamente, più grosso è il corpo celeste, più alto il numero di specchi necessari. Basterebbero 100 veicoli spaziali dotati di questi specchi, a risolvere in pochi giorni, tutte le nostre paure, riguardo un eventuale impatto sulla Terra d’uno di queste centinaia di asteroidi.