Si sono diffuse oramai da tempo le previsioni, più o meno catastrofiche, su di un andamento estivo del 2007 simile a quello del 2003, con gravi pericoli per la popolazione anziana e cardiopatica, a causa delle possibili intense ondate di calore.
Ma cosa c’è di vero riguardo a queste previsioni?
Intanto sgombriamo il campo da ogni equivoco: non esistono previsioni stagionali sicure, nessun modello matematico è in grado di prevedere il tempo con esattezza per più di tre – cinque giorni, a seconda dei casi.
Esistono dei modelli climatologici, che simulano il possibile andamento del tempo sulla base delle anomalie termiche oceaniche, che, al contrario delle zone di alta o di bassa pressione atmosferica, sono piuttosto stabili nel tempo, ed esercitano una loro influenza anche sulla circolazione generale dell’atmosfera.
Uno studio pubblicato su “Scienze”, evidenzia come queste anomalie oceaniche possano avere un effetto sul clima stagionale del Mediterraneo Centrale.
Parliamo del noto fenomeno del Nino, e del suo opposto, la Nina, che finora si ritenevano avere effetti solamente nelle aree circostanti il Pacifico Equatoriale.
Ma non è così, precise statistiche mostrano che, a partire dagli anni ’80, la loro influenza sull’Italia, ed in particolare sulle zone Alpine, è stata comprovata.
Un Inverno Alpino con condizioni di El Nino mostra infatti anomalie termiche di +0,7°C rispetto alla norma, mentre con condizioni di Nina le Alpi presentano un’anomalia invernale di -0,7°C.
Così come in Estate, sembra oramai comprovato che Estati normali o fresche accompagnano La Nina, mentre Estati calde sono presenti col fenomeno del Nino.
La spiegazione sembrerebbe legata alla risalita di circa 1° di latitudine nord della linea di convergenza intertropicale, fenomeno che si è verificato appunto a partire dagli anni ’80, tanto da rendere la nostra Penisola “sensibile” al fenomeno del Nino, che pare oramai essere in grado, con la sua presenza o assenza, di influenzare in modo determinante il clima Italiano, ma anche di buona parte dell’Europa.
El Nino provocherebbe Estati molto calde soprattutto quando la QBO (oscillazione quasi biennale dei venti stratosferici tropicali), si presenta in “fase negativa”, ovverosia con venti orientali, in quanto verrebbe favorita la risalita verso nord dell’Anticiclone Africano.
La combinazione dei due eventi si è verificata, appunto, nel 2003, provocando un’Estate di +3,8°C superiore alla norma sull’Arco Alpino.
Tale combinazione sembrerebbe tornare anche quest’anno, donde la previsione di una stagione estiva 2007 drammaticamente calda.
Ma, questi studi, non tengono conto di un fenomeno piuttosto imprevisto.
Prima di tutto il Nino 2007, pur essendo stato moderatamente forte, non ha raggiunto i livelli di quello del 2003, ed è anzi rapidamente decaduto nei primi mesi di quest’anno.
In secondo luogo esso è stato sostituito in questi giorni da una Nina particolarmente forte.
Abbiamo detto che episodi di Nina molto intensi sono stati accompagnati da stagioni estive piuttosto fresche, a volte caratterizzate da episodi alluvionali sull’Europa Centrale.
Così, quest’anno abbiamo avuto un episodio di El Nino durante l’inverno, accompagnato da una fase negativa della QBO, combinazione molto favorevole all’arrivo di ondate di calore molto forti sulla nostra Penisola durante la stagione estiva, ma anche la presenza di una Nina intensa che favorisce fenomeni di tipo opposto, con clima fresco e perturbato.
Bisogna vedere chi dei due avrà la meglio, dando per scontato che il clima mediterraneo adesso dipenda da questi due fenomeni che si verificano così lontano da noi (ma la statistica direbbe proprio così).
Inoltre, l’annata 2007 si è evoluta in modo completamente differente da quella del 2003, quindi c’è da aspettarsi che anche la stagione estiva risulti alla fine del tutto diversa.
Quindi, fare una previsione di Estate simile (o peggiore) di quella del 2003 sembra al momento alquanto azzardato!
C’è da chiedersi infine se nel passato El Nino avesse l’influenza che ha adesso sul clima italiano.
Si è detto che non era così prima del 1980, e dello spostamento verso nord della Cellula di Hadley.
Gli studi sul Nino iniziano nel dopoguerra, prima non abbiamo dati molto attendibili (e non esistevano, del resto, radiosondaggi sistematici ed estesi, e studi climatici accurati, prima della Seconda Guerra Mondiale ).
E’ possibile che in altri periodi di riscaldamento della temperatura terrestre si fosse verificata tale corrispondenza, che spiegherebbe la variabilità climatica e gli episodi di grande siccità (alternata magari a periodi alluvionali) che era presente nel Medioevo.
Tuttavia al momento non è possibile fare più di qualche congettura.