La stagione estiva ha improvvisamente cambiato volto sull’Italia ed il merito va attribuito alla penetrazione di correnti fresche dal Nord Europa: il lungo periodo di canicola, che durava ormai da inizio luglio, è quindi terminato. La fase di passaggio fra l’aria calda pre-esistente e le correnti d’aria più fresca è stata tuttavia decisamente burrascosa: questo era inevitabile, in conseguenza della fortissima energia di calore accumulata nel tempo ed improvvisamente esplosa in questa parte finale di luglio, momento nel quale i forti temporali da contrasto termico possono risultare ancor più violenti.
La burrascosa fase instabile ha avuto così inizio nella giornata di venerdì, quando il profilo termodinamico della colonna d’aria su parte della Val Padana è divenuto esplosivo, a causa del transito di un’asse di saccatura in quota che ha accentuato fortemente i moti ascensionali facendo salire l’aria caldo-umida dai bassi strati. Situazioni molto instabili, a causa di gradienti termici molto pronunciati, si sono poi manifestati sabato e domenica su alcune zone del Centro-Sud, ma andiamo per ordine:
NORD ITALIA la Lombardia ed il Veneto sono state le regioni più colpite dai furiosi temporali che si sono iniziati ad abbattere nel pomeriggio di venerdì 23 luglio, interessando solo limitatamente anche l’est del Piemonte. Sul bergamasco e sul bresciano si sono riscontrati i nubifragi di maggior rilievo, con grandinate che hanno generato non pochi danni, evidenti viste le aree densamente popolate.
Il milanese è stato solo lambito dal fulcro del sistema multicellulare temporalesco, che poi ha proseguito la propria corsa in Veneto: fra le aree pianeggianti venete più martoriate dai nubifragi, vanno annoverate il trevigiano ed il padovano. Qui si sono avuti fenomenali colpi di vento (intensi downburst associati alle celle temporalesche, stimate raffiche ad oltre 130 km/h) e sono stati anche avvistati fenomeni vorticosi, quali trombe d’aria che peraltro hanno attecchito anche sulla Laguna Veneta, nella zona di Portosecco.
CENTRO ITALIA hanno destato un po’ più scalpore i nubifragi che si sono abbattuti con inusitata violenza in alcune aree delle regioni centrali adriatiche, ben meno avvezze rispetto al Nord ai grandi temporaloni estivi. Nel pomeriggio di sabato l’entroterra abruzzese e quello molisano sono stati flagellati da precipitazioni pesanti, con grandine talvolta grossa che ha coinvolto soprattutto l’area del chietino.
Non solo entroterra, ma anche zone litoranee: forti nubifragi hanno infatti martoriato l’area di Termoli (richiesto dal Molise lo stato di calamità naturale), ma anche la città di Pescara. Per quanto concerne quest’ultima, a sorprendere è stata la straordinaria intensità della pioggia (a tratti accompagnata da grandine) che ha generato un’autentica alluvione lampo, con strade e piazzali trasformate in fiumi in piena o vere e proprie cascate (acqua proveniente dalle zone alte), come possiamo notare dalle foto in alto riferite a dei frammenti video dell’evento.
SUD ITALIA Nemmeno le regioni meridionali sono state del tutto risparmiate dalla vigorosa fase instabile associata all’ingresso poderoso delle correnti fresche. Anzitutto una premessa: nella giornata di sabato l’alito rovente nord-africano stazionava ancora sulle zone ioniche e sulla Sicilia, con punte di 41 gradi a Catania. I maggiori contrasti temporaleschi si sono attivati soprattutto sul nord della Puglia, con forti temporali grandinigeni sul foggiano. Un sorprendente nubifragio breve ma violentissimo, nella giornata di domenica, ha colpito Napoli e soprattutto le zone limitrofe collinari.
Il maltempo si è infine esteso anche alla Calabria tirrenica ed al nord della Sicilia, con fenomeni più importanti sulle aree dello Stretto di Messina. Queste stesse zone sono fra le più colpite dall’instabilità in atto attualmente, in questo primo giorno della nuova settimana che si preannuncia ancora dinamica e ricca di probabili eventi meteo degni di nota: l’anticiclone ha momentaneamente fatto le valigie, lasciando scoperta l’Italia.