È innegabile che chi si occupa giornalmente di meteorologia avrà più d’una volta avanzato paragoni con quanto accade a livello climatico negli USA. Sicuramente qualche elemento che potrebbe portare a pensar ciò esiste, ma le differenze restano comunque sostanziali. Anche se nessuno può sapere cosa accadrà da qui a 50 anni.
Quel che possiamo dare per certo è che anche il clima Europeo si sta lentamente Continentalizzando, nel senso che viene a mancare quell’effetto mitigante dell’Oceano Atlantico presente in un recente passato. Ma forse non dovremo mai preoccuparci dei fenomeni estremi quali tornado o uragani che sconvolgono annualmente molte zone degli Stati Uniti.
Ciò che però può destare un minimo di preoccupazione è il manifestarsi di eventi che sino a qualche stagione fa rappresentavano l’eccezione, non la regola. E focalizzando l’attenzione sulla nostra Penisola, la presenza di due elementi morfologici essenziali faranno sempre in modo che le estremizzazioni climatiche non raggiungano livelli esagerati. Stiamo chiaramente parlando del Mar Mediterraneo e della catena Alpina, posta a difesa delle masse d’aria fredda provenienti da Nord.
È vero che il Mediterraneo, se paragonato con i grandi Oceani, non può che rappresentare una piccola goccia di tutta l’acqua che circonda le terre emerse. Ma è altrettanto vero che la sua influenza nei confronti del clima sulle nostre regioni è innegabile. Non avrà magari la forza del vicino Oceano Atlantico, ma la sua azione mitigatrice degli estremi non può essere messa in discussione. Almeno fin tanto che le sue temperature superficiali non raggiungeranno valori paragonabili a quelli dei mari Tropicali. Ma tale ipotesi sembra piuttosto lontana e l’estate del 2003 in tal senso ha insegnato qualcosa.
Se a ciò aggiungiamo la presenza del baluardo Alpino, ecco che il possibile paragone con il lontano Continente Americano viene a cadere. Si, perché da quando la circolazione atmosferica su scala Europea si è meridianizzata (scambia termici da Nord a Sud e viceversa) le masse d’ari più fredda di origine settentrionale subiscono delle brusche deviazioni proprio al di la delle nostre regioni settentrionali.
Certo non è un qualcosa che può rendere sereni gli amici del Nord, sempre più frequentemente interessati da lunghi periodi secchi e siccitosi. Cosi come la presenza di masse d’aria dalle origini cosi differenti che si alternano in brevi periodi di tempo portano poi alla manifestazione di fenomeni molto violenti dovuti agli accesi contrasti tra le stesse masse d’aria.
Ma pensiamo a che sarebbe potuto accadere se questi due elementi (Alpi e Mar Mediterraneo) non fossero stati presenti oppure non avessero esercitato tali influenze. Forse non saremo stati qui a parlare di pesanti grandinate, trombe d’aria, danni a cose e raccolti distrutti. Che già rappresentano qualcosa di eccezionale per la nostra memoria. Magari ci saremo ritrovati a dover commentare ben altre catastrofi, con danni non più limitati alle sole cose.
Da quanto detto fino a questo momento sembrerebbe che si possa continuare a stare relativamente tranquilli. Forse sarà cosi. O forse no. Come detto in apertura di articolo non possiamo sapere quali saranno le condizioni del clima fra 50 anni. Di sicuro qualcosa va fatto, onde evitare che le azioni scellerate dell’uomo possano portare a manifestazioni naturali delle quali vorremo e potremo far volentieri a meno.