IL CASO LONDRA – Iniziamo questa curiosa indagine andando oltre confine, ovvero in una delle più grandi metropoli d’Europa che in teoria risente pienamente dell’esposizione al flusso atlantico e al passaggio di continue perturbazioni, con un contesto spesso ventilato in tutte le stagioni. A partire dal dopoguerra fu attentamente studiato il clima londinese con l’ausilio di diverse stazioni meteo dislocate in varie zone. Quello che emergeva era un’alterazione piuttosto importante del clima per effetto della vastità dell’area urbana, con un picco di calore spostato verso est dalle prevalenti correnti occidentali. La differenza della temperatura notturna raggiungeva occasionalmente picchi di 5 gradi centigradi, ed anche la temperatura media annua era superiore in città. In quegli anni la metropoli d’oltremanica era soggetta anche a densissime nebbie, oggi annientate da un severo controllo dell’inquinamento atmosferico.
IL BOLLENTE CATINO PADANO – Se persino Londra genera un’isola di calore così forte, figuriamoci quel che accade in Val Padana, soggetta a scarsissima ventilazione per la sua conformazione chiusa tra Alpi ed Appennino. Molte città padane centro-occidentali patiscono i maggiori effetti delle isole di calore, con l’apice su Milano. Proprio per la scarsa ventilazione di cui soffre, tra le grandi città europee il capoluogo lombardo è forse il più esposto all’effetto isola di calore urbana. Torino ne risente meno di Milano per la sua vicinanza ai rilievi che di notte generano brezze. Anche Roma ha la sua isola di calore, più accentuata verso i quartieri orientali, ma non tocca mai i livelli di Milano per via del clima più ventilato. Il vento rimescola l’aria, ed attenua il calore portando sollievo. Così città come Genova, e tantissime di mare, godono di un clima meno soffocante rispetto alle città di pianura, anche se più umido.
EFFETTO ISOLA DI CALORE – Le grandi aree urbane immagazzinano calore che durante le ore notturne viene rilasciato molto più lentamente rispetto alle campagne circostanti ed alle aree poco urbanizzate, così che il caldo del giorno precedente tende a sommarsi a quello del giorno successivo, generando importanti differenze di temperatura tra città e campagna. Durante il giorno d’Estate, nelle aree soggette ad isola di calore, la differenza di temperatura con la campagna è irrisoria, mentre la notte il bollore cittadino diventa una tortura per i suoi abitanti. Ma il maggior calore che si concentra nelle grandi aree urbane può anche contribuire ad intensificare l’intensità dei fenomeni atmosferici convettivi (temporali), causa talvolta di improvvise quanto effimere rinfrescate. Sono i rilevamenti fatti da centraline meteorologiche a norma a confermare quanto siano più calde le città, specialmente la notte, laddove la ventilazione è scarsa.